Omicidio Malnate, Carmela Fabozzi ha aperto la porta al killer

Il sindaco di Malnate: angoscia in attesa di conoscere la verità. Dal Comune sostegno psicologico a familiari e vicini

I carabinieri davanti all'abitazione di Carmela Fabozzi, uccisa in casa

I carabinieri davanti all'abitazione di Carmela Fabozzi, uccisa in casa

La domanda pesa come un macigno, chi ha ucciso Carmela Fabozzi, pensionata di 73 anni, trovata senza vita dal figlio nella sua abitazione in via Sanvito a Malnate nella serata di venerdì 22 luglio? Nella città alle porte di Varese il clima è di ansiosa attesa della verità, di quella risposta che solo gli investigatori al lavoro dal giorno dell’omicidio potranno dare, individuando il killer dell’anziana, persona riservata, una vita senza ombre. Nel mistero che ancora avvolge la vicenda una certezza: non si è trattato di un furto con un finale tragico. Non c’è, libero di circolare, questo era stato il timore iniziale, un pericoloso ladro–assassino che minaccia la tranquillità della gente, soprattutto le persone anziane. La pensionata dunque avrebbe aperto la porta di casa al killer, qualcuno che conosceva, che poi l’avrebbe uccisa facendo sparire l’ arma del delitto e i due telefonini dell’anziana, che potrebbero contenere elementi preziosi per la sua identificazione.

Chi era la vittima

Approfondimenti fondamentali per risolvere il caso sono stati avviati dai carabinieri del Ris sui campioni biologici rilevati all’interno dell’abitazione, nella casa di corte nel centro storico di Malnate. Nel laboratorio scientifico sono in atto accertamenti tecnici irripetibili su quei reperti, sarebbero molti, per arrivare al profilo genetico dell’omicida. Nessuno nel cortile il giorno dell’omicidio ha sentito urla arrivare dalla sua abitazione, nessuno l’ha sentita chiedere aiuto, quindi se in casa c’era qualcuno era una presenza di cui si fidava. Chi è allora il suo assassino? E’ lo sconosciuto che secondo alcuni testimoni il mattino del 22 luglio l’avrebbe cercata? Lo sconosciuto che i carabinieri cercano non si è fatto fino ad oggi vivo anche solo per allontanare i sospetti nei suoi riguardi e nello stesso tempo spiegare i motivi per cui cercava la pensionata. La donna come ogni mattina anche il 22 luglio era uscita per le spese quotidiane, nessuno l’avrebbe più rivista viva.

A fare la macabra scoperta il figlio, al rientro dal lavoro dalla Svizzera, l’uomo da qualche tempo viveva con la madre, ascoltato dagli inquirenti, dopo il delitto, sotto shock, è tornato dalla compagna. "E’ una vicenda che ha scosso profondamente la nostra cittadina – dice il sindaco Irene Bellifemine – perché ha coinvolto una persona che ha vissuto un’esistenza normale, senza ombre, c’è un’angoscia collettiva che ci avvolge in attesa di conoscere la verità che auspichiamo arrivi al più presto". L’amministrazione comunale ha attivato un servizio di sostegno psicologico rivolto ai familiari e ai vicini di casa. Nessuna novità anche per il funerale: la Procura di Varese non ha ancora dato il nulla osta per la riconsegna della salma alla famiglia.