Neurochirurgia, un anno da record

Malgrado la pandemia, nel 2020 si sono registrati 177 interventi urgenti su pazienti venuti anche da lontano

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di Lorenzo Crespi

Il Covid non ha fermato il reparto di neurochirurgia dell’Ospedale di Circolo di Varese. L’anno che si è appena concluso è stato particolarmente intenso per la struttura diretta dal professor Davide Locatelli. Durante la prima ondata del coronavirus il nosocomio varesino, individuato da Regione Lombardia come uno dei tre hub regionali per l’attività neurochirurgica, ha accolto pazienti in urgenza provenienti da gran parte della Lombardia settentrionale. Gli interventi urgenti sono così passati dai 149 del 2019 ai 177 del 2020.

Con la seconda ondata, che ha investito in pieno Varese, il reparto è riuscito a evitare la paralisi dell’attività ordinaria continuando a offrire l’attività ambulatoriale seppur in forma ridotta.

"Siamo stati in grado – sottolinea Locatelli – di garantire il trattamento in emergenzaurgenza di patologie vascolari cerebrali come aneurismi e malformazioni, in collaborazione con la neuroradiologia". Sono state trattate anche diverse neoplasie cerebrali con urgenza, insieme alle patologie neoplastiche del basicranio, per cui Varese è un centro di riferimento a livello internazionale. A partire dall’autunno si è registrato un aumento dei grandi traumi, a causa dei numerosi incidenti domestici e atti di autolesionismo. Gli interventi al cranio sono saliti dai 333 del 2019 ai 339 del 2020.

A causa dell’emergenza Covid, che ha causato la riduzione del personale di reparto e degli slot per le camere operatorie, c’è stata una riduzione di circa il 40% degli interventi programmati. L’obiettivo è recuperare le prestazioni sospese o rinviate nei primi mesi del 2021. "Attualmente – osserva Locatelli – iniziamo a registrare un piccolo ma significativo incremento nel numero dei ricoveri ordinari. Puntiamo a ripristinare un numero adeguato di accessi alla sala operatoria per settimana e il numero di posti letto pre-Covid per poter recuperare l’attività chirurgica elettiva sospesa".

Per raggiungere questo risultato, l’Asst Sette Laghi punta sulle nuove strumentazioni del reparto, che pongono l’ospedale di Varese all’avanguardia a livello nazionale ed europeo. "Sarà fondamentale a questo scopo – continua il direttore della struttura complessa – l’apporto delle nostre tre sale operatorie che sono state completamente rinnovate nella dotazione tecnologica". La prima sala è destinata alla patologia cranica elettiva e ai trattamenti endoscopici di minima invasività al basicranio, attraverso accessi endonasali o trans palpebrali. Con una dotazione che comprende sistemi video in 4k e 3d si possono eseguire interventi di altissima specializzazione. La seconda sala è dedicata alla gestione delle urgenze e può contare su endoscopi e microscopi, un’attrezzatura completa per le emergenze e una connessione in diretta con i server della neuroradiologia per l’acquisizione degli esami preoperatori. Infine la terza sala, utilizzata per gli interventi in neuronavigazione sulla colonna spinale. Tra le dotazioni spicca un sistema associato a un’apparecchiatura O-Arm di ultima generazione, in grado di controllare in tempo reale il posizionamento di protesi a livello spinale e alla giunzione cranio cervicale e di eseguire una tomografia mentre l’operazione è in corso.

Tutte le sale possono essere messe in rete per trasmettere video chirurgici, sia per la didattica dedicata ai numerosi specializzandi in neurochirurgia che per corsi live esportabili in qualsiasi altro centro europeo di neurochirurgia avanzata.