Morti in ospedale a Saronno, Cazzaniga nega di aver ucciso la madre dell'ex amante

L'ex primario: "Laura ha cercato di coinvolgermi nelle morti familiari e scaricare su di me il peso".

Roberto Cazzaniga in tribunale a Busto Arsizio

Roberto Cazzaniga in tribunale a Busto Arsizio

Busto Arsizio (Varese), 18 marzo 2019 - «Una clamorosa menzogna, non ho ucciso la madre di Laura, se avessi voluto uccidere non avrei certamente usato un farmaco che avrebbe causato una morte improvvisa». Lo ha detto Leonardo Cazzaniga, ex primario del pronto soccorso di Saronno, imputato a processo in Tribunale a Busto Arsizio per dodici morti sospette in corsia e tre nella famiglia dell'ex amante infermiera Laura Taroni. Rispondendo alle domande dell'accusa, Cazzaniga ha spiegato che Laura Taroni non lo amava da tempo e che «voleva da me un supporto per la gestione della sua famiglia».

Poi, rivolgendosi al Procuratore senza che lui formulasse la domanda, ha continuato «Lei mi chiede se era un supporto di tipo omicidiario? Perché le risponderei di no». Durante il suo esame il medico ha spiegato di essere stato «molto innamorato di Laura», ma di aver smesso di amarla «alla luce di quanto emerso durante il suo processo e di alcune intercettazioni». Avendo già ammesso in aula di aver saputo che Laura Taroni dava farmaci a suo marito «per renderlo innocuo», ha concluso affermando che la sua ex amante infermiera con una «situazione psichiatrica pre esistente ha cercato di coinvolgermi nelle morti familiari e scaricare su di me il peso di quelle morti».