Saronno, i farmaci del 'protocollo Cazzaniga' nel corpo di un altro morto

Depositata la perizia su Domenico Brasca: scoperte dosi di neurolettici

Leonardo Cazzaniga

Leonardo Cazzaniga

Busto Arsizio (Varese), 28 settembre 2018 - Farmaci non previsti nel trattamento terapeutico del paziente anche per Domenico Brasca, una morte sospetta che potrebbe allungare l’elenco di quelle di cui è accusato Leonardo Cazzaniga, ex vice primario del pronto soccorso di Saronno. Secondo la perizia depositata in tribunale a Busto nei tessuti della salma di Brasca (esumata il 21 maggio nel cimitero di Rovello Porro) sono stati rintracciati Midazolam (ansiolitico, presenza pressoché fissa nei decessi dell’inchiesta “Angeli e demoni”), Promazina, neurolettico e anti-psicotico, Clorpromazina, neurolettico impiegato contro la schizofrenia. Secondo la perizia questi farmaci avrebbero aggravato le condizioni del paziente, provocando un’acuta insufficienza cardiorespiratoria risultata poi letale.

La perizia è firmata da Cristina Cattaneo, direttore del laboratorio di antropologia e odontologia forense di Milano; Gaetano Iapichino, ordinario di anestesia alla Statale; Vera Gloria Meretti, medico legale del Labanof; Angelo Groppi, tossicologo forense di Pavia. Verrà discussa con la formula dell’incidente probatorio il 23 ottobre davanti al gip Piera Bossi. La cartella medica di Brasca era fra la circa 80 esaminate dal pm Maria Cristina Ria nella prima tranche dell’inchiesta, quella che portò all’arresto di Cazzaniga e della sua amante, l’infermiera Laura Taroni. A innescare la nuova inchiesta è stata una denuncia delle figlie di Brasca, Antonella e Roberta Rosa Maria. Domenico Brasca, ex titolare di un’azienda di verniciatura a Rovello Porro, vedovo da 5 anni, muore a 81 anni. A differenza degli 11 decessi addebitati a Cazzaniga quello di Brasca non avviene al pronto soccorso di Saronno. L’anziano è grave: cardiopatico, con un’insufficienza renale e un tumore al colon. Il 18 agosto del 2014 viene trasportato in ospedale attorno alle 5 del mattino e dichiarato ormai agonico. Alle 10 la famiglia lo riporta a casa; muore poco dopo le 13. Dalla cartella clinica risulta che Cazzaniga gli abbia solo dato l’ossigeno.