Mario Maccione, il Ferocity delle Bestie di Satana: “Ero pieno d’odio, ora vivo di musica e libri”

Nel 1998 prese parte all’omicidio di Fabio Tollis e Chiara Marino, ora vive a Sassari dedicandosi a musica e scrittura. “Il mio errore fu non chiedere aiuto”

Mario Maccione ai tempi del processo (a sinistra) e oggi (a destra)

Mario Maccione ai tempi del processo (a sinistra) e oggi (a destra)

Milano – Il suo nome nelle Bestie di Satana era "Ferocity". La sera del 17 gennaio del 1998 prende parte all'agguato mortale a Fabio Tollis e Chiara Marino. Una condanna a diciannove anni e due mesi di reclusione. Oggi Mario Maccione è un uomo che sta per compiere quarantatré anni e vive, placato, in provincia di Sassari, dedicandosi alla musica e alla scrittura.

Mario Maccione, sono trascorsi oltre venticinque anni. Cosa ricorda di quella notte di gennaio del 1998?

"Come affermato nella mia ultima dichiarazione durante i processi, ricordo molto poco di quegli anni. Ho fatto un grande lavoro su me stesso per ricostruire ricordi ed eventi legati a quella notte".

Che ricordi sono usciti?

"Sono ricordi confusi, con qualche particolare in più, niente di veramente importante. Ho fatto molti sforzi con l’aiuto di psicologi, analizzando sogni, ho provato anche con l’ipnosi regressiva".

Come nacquero le Bestie di Satana? Cosa vi univa?

"Questo nome era inizialmente in inglese: The Beasts of Satan. È stata un'idea che ho avuto io nel 1996 per definire il nostro gruppo di amici, con l'intento di formare una banda dedita allo spiritismo perché quello era il mio interesse. Ci univa la nostra convinzione anticristiana. Ovviamente non avevamo tutti gli stessi interessi".

Lei si definiva il medium della setta.

"Non mi definivo io. All'inizio facevamo delle sedute spiritiche e io avevo il ruolo di medium".

Perché si arrivò a uccidere?

"È una domanda molto difficile a cui rispondere in poche parole. Si potrebbe scrivere un libro. Tra di noi si erano create delle situazioni di inimicizie gerarchiche, sentimentali, economiche, che non avevamo a che fare né con la musica e tanto meno con il satanismo. Queste hanno portato agli omicidi".

Fabio Tollis era un suo amico. Cosa vorrebbe dire a Michele, il padre? Lo incontrerebbe?

"L'unica cosa che posso dire a tutta la famiglia Tollis è che, se potessi, tornerei indietro nel tempo e farei capire al Mario del 1998 che tutta quella situazione doveva evitarla e salvare Fabio".

Ha mantenuto rapporti con qualcuno del gruppo?

"No".

La storia delle Bestie di Satana si chiuse allora? Per anni non si è smesso di parlare di altri omicidi, di strani suicidi, di sparizioni misteriose come quella di Christian Frigerio, nel 1996.

"Si sono aperte delle indagini basate su dei sospetti, sono state tutte archiviate per mancanza di prove. Penso che questa storia sia stata molto alimentata dai media più che da fatti concreti. Ho cercato, come affermato prima, di scavare nei ricordi. Posso avere dei sospetti, ma non riesco a fare dei collegamenti. Qualche anno fa durante il periodo di rielaborazione e ricostruzione dei miei ricordi ho cercato di collegare la fisionomia di Christian Frigerio a qualche evento vissuto, ma in realtà lo scambiavo per un'altra persona che ho conosciuto. Se ci sono state altre sparizioni o casi di suicidio io, personalmente, non posso saperlo perché non avevo il controllo sui miei coimputati. Ognuno era libero di fare quello che voleva. Tutto è durato nove lunghi anni. Per quanto riguarda la scomparsa di Christian Frigerio, ne ho sentito parlare per la prima volta in televisione nel 2007. Mai conosciuto in vita mia, di questo sono sicuro non avrei problemi a parlarne. Non capisco perché dal 2006 o dal 2007 si sia iniziato a raccontare in più episodi, anche nel dettaglio, facendo dei nomi e cognomi e descrivendo situazioni che coinvolgevano Christian Frigerio con me e i miei coimputati. Ma nel 1996 non si disse nulla di tutto questo".

Cosa le hanno lasciato gli anni di carcere?

"Sono rinato grazie al carcere. Ho dedicato tutto il percorso di carcerazione al mio cambiamento e all'autoanalisi con l'aiuto di esperti. Il cambiamento deve venire da dentro. Ho sradicato tutto l'insieme di convinzioni sbagliate che avevo, quelle convinzioni che mi creavano solo rabbia e odio. Tolte quelle, sono rimasti amore, rispetto, spiritualità e pace assoluta".

Come è iniziato e come è avvenuto il suo cambiamento?

"Quando sono stato arrestato è stata dura da affrontare, però ero felice perché ero finalmente uscito da quella situazione velenosa, da quell'incubo durato troppo perché era iniziato da quando avevo quindici anni. Ero già pronto al cambiamento e ci sono voluti anni per sconfiggere i miei demoni e uscire dalle dipendenze da droga e alcool. La meditazione mi ha aiutato molto, insieme con la forza di volontà, l'attività fisica, la musica, lo studio".

Chi le è stato vicino? Sente di avere un debito di riconoscenza nei confronti di qualcuno?

"Un amore vero, la famiglia e amici veri mi sono stati vicini. Ho avuto la fortuna di incontrare nel carcere di Bollate operatori e volontari capaci, persone splendide e professionali che hanno creduto in me. Sono sempre riconoscente verso queste persone".

Si considera credente?

"No. Appoggio le filosofie orientali e spirituali. Credo in Madre Natura".

In Italia esiste un problema legato alle sette?

"Certo esiste, ma non è un problema solo italiano: è internazionale".

Come vive oggi?

"Conduco una vita molto tranquilla a contatto con la natura. Ho passato due anni totalmente immerso nella natura e nella contemplazione meditativa per ripulire ogni negatività in me. Mi dedico alla musica, per ora senza pubblicizzare i miei lavori. Mi piace suonare musica Ambient rilassante e qualche brano più oscuro per sfogare il mio passato. Ho intenzione di pubblicare presto delle musiche suonate dal vivo, all'aperto, in location diverse, in base a come sono ispirato. Uscirà tra poco sulla mia pagina di Bandcamp il mio nuovo album di elettronica, ultimamente sono abbastanza attivo sui miei profili di Instagram e Facebook. Ho due profili social, https://www.instagram.com/mariomaccioneofficial e https://m.facebook.com/mariomaccione1. Seguo il mondo delle cripto valute da circa un anno e creo NFT, opere artistiche in digitale protette da Blockchain Ethereum, che rendono la tua opera unica e protetta. Vivo in maniera semplice, con poche cose. Attualmente sono molto impegnato nella stesura di due nuovi libri, diversi da quello scritto con Stefano Zurlo, 'L’inferno tra le mani', edito da Piemme. Per il primo libro si tratta di un romanzo sulla mia vita, dove metto in risalto uno spaccato degli anni in cui ho vissuto. Sono tre anni che ci lavoro. Il secondo libro uscirà a breve e lo pubblicherò su Amazon. Il titolo è: 'Cambio vita, come uscire dalle dipendenze senza farmaci' ".

Quali sono le motivazioni che l'hanno spinta a scriverlo?

"La motivazione principale è quella di trasmettere il mio vissuto negativo con le dipendenze da droga e alcol e i problemi di ansia, depressione e attacchi di panico, cercando di aiutare chi ne ha bisogno e spiegando come sono uscito da tutti questi inferni. Molte persone possono ritrovarsi in quei vissuti e problemi. Lo scopo è dare uno stimolo positivo e reagire. Il libro ha sicuramente anche un proposito preventivo. Un altro motivo importante è quello di dare una speranza a chi ha commesso sbagli nella propria vita, fargli comprendere che possono cambiare".

Cosa vorrebbe comunicare ai ragazzi, ai giovani? Andrebbe nelle scuole?

"Può sembrare una frase fatta, ma consiglio loro di inseguire i propri sogni e lavorare sodo per realizzarli. L'importante è non soccombere di fronte alle avversità ma continuare seguendo il proprio cuore. Gli ostacoli ci sono sempre e servono a fortificarsi, crescere, maturare. Andare nelle scuole? Vedremo".

Chi è oggi Mario Maccione?

"Sono una persona semplice con un vissuto difficile. Con la passione per la natura, la spiritualità, la musica e la cura del proprio corpo. Ho imparato a seguire il mio cuore".

Ripensa al passato, al Mario Maccione di allora?

"Certamente. Il passato non muore e mi insegna ogni giorno come vivere nel bene. Il Mario Maccione di un tempo era pieno di rabbia e odio perché era schiavo delle convinzioni che lui stesso si era creato. L'errore più grande che feci fu di non chiedere mai aiuto".

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