Voto di scambio a Lonate: assolto l’ex sindaco Rivolta

A processo assieme all’ex assessore De Novara, si è liberato dal sospetto di avere ricevuto il sostegno della ’ndrangheta per vincere le elezioni del 2014

L’ex sindaco di Lonate Pozzolo Danilo Rivolta può tornare a sorridere

L’ex sindaco di Lonate Pozzolo Danilo Rivolta può tornare a sorridere

Lonate Pozzolo (Varese) - Tutti assolti in primo grado ieri mattina per il reato di voto di scambio a Lonate Pozzolo. Per il Gup del Tribunale di Milano l’ex sindaco Danilo Rivolta, Peppino Falvo (re dei caf della zona), Cataldo Casoppero, già condannato in appello perché ritenuto affiliato alla locale di Legnano – Lonate Pozzolo della’ndrangheta smantellata nell’inchiesta Krimisa, Salvatore De Novara e Francesca De Novara, andavano assolti perché la legge sul voto di scambio è stata introdotta dopo l’accordo, quindi il fatto commesso non era ai tempi ancora reato. Nel mese di ottobre dal pubblico ministero della Dda Alessandra Cerreti erano stati chiesti 5 anni di carcere per Rivolta, Falco, Casoppero e De Novara, quattro anni invece per Francesca De Novara, figlia di Salvatore ed ex assessore nella giunta guidata da Rivolta.

Secondo l’accusa Rivolta (arrestato nel mese di maggio 2017) sarebbe stato eletto nel 2014 con 300 voti della ‘ndrangheta in cambio della promessa di assegnare un assessorato ad un candidato "gradito" alle famiglie mafiose originarie di Cirò Marina, assessorato che fu assegnato a Francesca De Novara. Ieri l’assoluzione. "È ora di finirla di fare in Italia processi sul nulla – ha detto l’ex sindaco di Lonate Pozzolo –. Io ho fatto solo politica e ho aiutato in tutte le maniere il comune di Lonate Pozzolo. Il territorio era convalescente, ho provato a guarirlo e quando non ci sono riuscito mi sono ritrovato a fare un processo". Fuori dall’aula la moglie con le lacrime agli occhi. Il giudice Tiziana Gueli ha ritenuto non punibile il fatto contestato perché, a suo avviso, è stato commesso prima del 18 aprile 2014, data dell’entrata in vigore della modifica di legge relativa al voto di scambio.

"Non si capisce quale sia lo spunto investigativo che ha indotto la procura a mettere in piedi questa accusa – ha commentato Jacopo Pensa, difensore di Rivolta –. Non c’era uno straccio di prova. Comunque, da quello che emerge dal dispositivo, il giudice ha collocato i fatti in cui la nuova legge non era ancora in vigore". "Dopo tre anni di ansie e di notti insonni - ha commentato l’avvocato Gabriele Maria Vitiello, legale di Falvo - si restituisce la giusta dignità a una persona per bene e alla sua famiglia. La sentenza conferma l’assoluta innocenza ed estraneità ai fatti del mio assistito". Va ricordato che negli ultimi anni il territorio lonatese è stato al centro del l’ indagine Krimisa della Dda di Milano, con decine di arresti, che ha portato alla luce infiltrazioni della ‘ndrangheta interessata ad attività, in particolare ai parcheggi, intorno allo scalo di Malpensa.