L’inchiesta sul Consorzio di Napoli che ha comprato la Pro Patria allarma i tifosi

Senza il rispetto delle clausole entro fine mese la società potrebbe tornare a Patrizia Testa

Preoccupa i tifosi della Pro l’inchiesta che coinvolge Sgai, il consorzio di Napoli diventato pochi mesi fa proprietario del 90% delle quote della società calcistica di Busto Arsizio, Aurora Pro Patria 1919. Domenica 23 gennaio alle 14.30 la squadra sarà in campo allo Speroni per la sfida contro il Piacenza mentre si attende che l’iter di cessione della società sia completato entro la scadenza fissata per il 31 gennaio: Sgai deve ancora ottemperare ad alcune clausole e se questo entro la fine del mese non dovesse accadere, la società potrebbe tornare nelle mani di Patrizia Testa, l’ex presidente, attualmente consigliere comunale, eletta nella Lista Antonelli. Dunque l’altro giorno la Procura della Repubblica di Napoli ha delegato la Gdf ad eseguire un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza richiesto nella fase delle indagini preliminari, riguardante circa 110 milioni di euro di crediti d’imposta relativi al cosiddetto "Superbonus 110%". Secondo l’accusa sarebbe emerso un sistema fraudolento con cui il consorzio avrebbe beneficiato di oltre 109 milioni di crediti d’imposta, accumulati a partire da dicembre 2020, poi ceduti a intermediari finanziari ottenendone la monetizzazione, per un importo di oltre 83 milioni di euro. Il Consorzio Sgai ha diffuso un comunicato sull’inchiesta: "In relazione alle vicende giudiziarie riportate in queste ore su alcuni organi di stampa, il Consorzio Sgai precisa che dall’inizio dell’attività ha ricevuto appalti per un valore complessivo di 1,2 miliardi di euro e cantieri certificati e avviati interventi di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico per oltre 159 milioni di euro al primo Sal. Le poche denunce alla base del provvedimento rappresentano solo una minima parte (con un valore di 550.000 euro) rispetto ai 5.709 clienti attivi con progetti in essere. A ogni modo il Consorzio intende dimostrare la legittimità del proprio operato anche nei pochissimi casi oggetto di denunce-querele, rispetto ai quali non ha conseguito alcun profitto, avendo rinunciato al proprio compenso. Il Consorzio, infine, sta effettuando nuove verifiche su tutti i progetti e dimostrerà in tutte le sedi la legittimità del proprio operato e dei professionisti che con esso collaborano".R.F.