Leggiuno, si accendono le luci di Natale/ FOTO

Nel corso degli anni, Lino Betti ha coinvolto numerosi appassionati, fino ad arrivare a costituire un gruppo di 150 volontari, che si amplia ogni anno

Il leggiunese Lino Betti

Il leggiunese Lino Betti

Varese, 8 dicembre 2018 - Sesta edizione per “Lucine di Natale a Leggiuno”, che si appresta a rinnovare il successo del 2017, in cui superò quota 140mila visitatori. Le installazioni luminose saranno visibili da oggi sino all’Epifania, dalle 17 alle 23 e per facilitare l’accesso al centro di Leggiuno, nei giorni di maggior afflusso (8-9, 15-16 dicembre e 22 dicembre-6 gennaio), è stato ideato un servizio di bus navetta con partenza dalle vie Dante Alighieri, Fontana Vecchia, Alessandro Volta. Ideatore della festa è il leggiunese Lino Betti, che nel corso degli anni ha coinvolto numerosi appassionati, fino ad arrivare a costituire un gruppo di 150 volontari, che si amplia ogni anno.

Signor Betti, come è nata l’idea di trasformare Leggiuno in un borgo natalizio?

«Ho tratto spunto da un viaggio in Brasile a Curitiba nel 1999, dove rimasi profondamente colpito dalle illuminazioni di una via, prettamente residenziale, che mi lasciarono una sensazione incredibile. Per un momento mi sembrò di riuscire ad alienarmi dal mondo. Così decisi, prima di far ritorno in Italia, di acquistare le prime luminarie e portai a casa diecimila lampade per addobbare l’edificio in cui vivo e cercare di riprodurre anche nell’animo degli altri lo stesso stupore, che mi aveva preso in Sudamerica».

Con il tempo la sua è diventata un’attrazione di forte richiamo anche per le persone fuori dalla Provincia…

«Ormai la manifestazione è molto conosciuta nel territorio dell’Alto Milanese e del Varesotto. Visitatori sono giunti dall’estero, in particolare dall’Australia, dal Brasile e persino dagli Emirati Arabi».

È rimasto sorpreso dall’entusiasmo che ha suscitato l’iniziativa?

«Si, in particolare da quello degli adolescenti e dei giovani. All’inizio credevo che il mio progetto potesse interessare principalmente ai bambini e alle famiglie, ma non mi sarei mai aspettato una tale risposta dai ragazzi dai 16 anni in su».

C’è stato un momento di svolta in cui l’evento ha acquistato la portata che ha oggi?

«Nella terza edizione del 2014, grazie forse al passaparola, numerose persone hanno iniziato a visitare le installazioni e di conseguenza sono apparsi anche i primi articoli sulla stampa. Lo scorso anno poi un telegiornale nazionale ha fatto un servizio su di noi e da lì la risonanza si è ampliata notevolmente».

Il suo passato lavorativo l’ha aiutata ad alimentare il successo di Lucine di Natale…

«Durante la mia attività professionale mi sono specializzato nell’impiantistica elettrica, mentre ora mi occupo di coordinare i progetti. D’altronde qualsiasi compito richiede sempre un minimo di competenza».

Come è riuscito a creare un gruppo di 150 persone, che l’affiancano nell’allestimento?

«Non ho dovuto convincere nessuno. Siamo un insieme di persone, che sta bene insieme e riesce a divertirsi. Attualmente siamo divisi in tre scaglioni: il primo tratta la parte compositiva, il secondo cura la gestione, mentre il terzo coordina la viabilità».

C’è un elemento della sua installazione a cui è particolarmente affezionato?

«Non credo, perché la peculiarità di “Lucine di Natale” è di essere stata pensata per essere vista nella sua interezza e non come l’unione di singoli pezzi, anche se comunque sono rimasto affascinato dal piccolo igloo artificiale».