Somma Lombardo, invalido ucciso: ergastolo per la moglie e il suo amante

Appello-bis: la Corte ribalta il verdetto del primo processo di secondo grado. La donna considerata la mandante, l’uomo l’esecutore materiale

Antonino Faraci, 72 anni, e Melina Aita, 64 anni all’epoca del delitto

Antonino Faraci, 72 anni, e Melina Aita, 64 anni all’epoca del delitto

Somma Lombardo, 21 luglio 2021 – Ergastolo per Melina Aita, 74 anni, ritenuta il mandante dell’omicidio del marito Antonio Faraci, e per il tunisino Bechir Baghouli, 46 anni, latitante, esecutore materiale del delitto.

Nel processo d’appello bis, ieri ribaltato di nuovo il verdetto dai giudici della seconda Corte d’Assise Appello di Milano, che hanno condannato al “fine pena mai“ l’anziana e il tunisino per concorso in omicidio volontario. Il delitto era stato commesso il 12 aprile 2014.

Nel dicembre 2018, l’anziana era stata condannata in primo grado, dalla Corte d’assise del Tribunale di Busto Arsizio, all’ergastolo, insieme a due tunisini, Bechir Baghouli e Slaheddine Ben H’Mida, ritenuti gli esecutori materiali del delitto, che nel frattempo erano fuggiti dall’Italia. Faraci, 72 anni, invalido, era stato ucciso nell’abitazione in via Briante a Somma Lombardo. A trovare il cadavere era stata la moglie, che aveva dato l’allarme e aveva raccontato di essere rientrata a casa e di aver trovato il marito in una pozza di sangue, la scena sembrava quella di una rapina finita male.

Una settimana dopo la donna era stata arrestata, le indagini avevano poi portato a identificare i due tunisini, ritenuti suoi complici .Al termine del processo a Busto Arsizio la condanna per lei e i due tunisini, tutti e tre secondo l’accusa avevano organizzato l’omicidio fingendo una rapina in casa.

Il 13 ottobre 2021 l’assoluzione in secondo grado per Melina Aita e per Ben H’Mida, mentre la condanna per Baghouli era ridotta a 24 anni, con i due tunisini ancora latitanti. Un anno dopo, ottobre 2022, la Cassazione ha annullato l’assoluzione per Melina Aita, con il rinvio alla Corte d’Appello: l’anziana doveva tornare davanti ai giudici milanesi, come lei anche Bechir Baghouli, con il quale secondo l’accusa avrebbe intrattenuto una relazione.

Ieri nell’appello-bis ribaltato di nuovo il verdetto: l’anziana e Baghouli condannati all’ergastolo. Assolto definitivamente l’altro tunisino: come sostenuto dalla difesa non c’entrava nulla nell’omicidio. All’anziana e al complice è stata contestata l’aggravante di aver commesso l’omicidio con crudeltà. Entro 90 giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza.