Il terzo settore disegna l’ex macello

La proposta di 13 enti e associazioni: un mercato, coworking e sale polifunzionali

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Il terzo settore varesino “disegna“ il futuro dell’ex macello. Sulla spinta delle opportunità offerte dai bandi che il Comune si è aggiudicato con i fondi Pnrr, nasce il Comitato Varese Social District, promosso da 13 enti e associazioni cittadine che si occupano di sociale, cultura, economia circolare, cibo ed eccedenze alimentari. Il comitato ha presentato la sua proposta partecipativa per la rigenerazione dell’area dismessa nel quartiere Belforte. Il progetto architettonico è stato sviluppato dagli architetti Giuliana Gatti, Lorenzo Serafin e Marco Zanini.

"La riqualificazione dell’ex macello rappresenta una grande opportunità per il terzo settore in linea con il nuovo ruolo che la riforma gli assegna – commenta Maurizio Ampollini, direttore del Csv Insubria e portavoce del comitato – da qui l’impegno assunto nell’elaborare proposte utili per sedersi al tavolo delle trattative in modo costruttivo".

La proposta vuole essere aperta alla pubblica amministrazione e agli operatori privati e ruota attorno ad alcuni temi chiave, a partire da rigenerazione e valorizzazione del quartiere, autogestione del processo di partecipazione e gestione dell’area ex macello ed economia circolare. Quindi un approccio “nature based“ alla valorizzazione del Vellone, la condivisione di azioni e obiettivi tra cittadinanza e terzo settore e la valenza culturale e sociale.

Il progetto prevede diverse funzioni per l’area, tra cui un mercato coperto, spazi dedicati a coworking e associazioni di volontariato, un parco pubblico e sale polifunzionali. "Dà voce a una serie di esigenze del territorio che faticano a trovare sbocchi concreti – aggiunge la viceportavoce Cecilia Santo –. Il tema degli spazi è cruciale per Varese, soprattutto per il mondo giovanile e dell’associazionismo. Sull’esistente si può fare un lavoro di rigenerazione urbana sostenibile per creare luoghi di aggregazione che non siano solo luoghi di consumo ma anche di crescita e autogestione".

Lorenzo Crespi