"I frontalieri stiano a casa, pagherò io gli stipendi: senza di loro, il Cantone si ferma"

Così l’allora governatore della Lombardia rispose al collega ticinese Norman Gobbi che voleva chiedere a 60mila lavoratori l’estratto del casellario giudiziario

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Un dolore che attraversa il confine quello per la scomparsa di Roberto Maroni, notissimo anche in Canton Ticino per ragioni politiche e per la sua passione per la musica, che negli anni l’aveva portato a esibirsi a Lugano con la sua band Distretto 51. "Era una persona molto pragmatica", il ricordo di Norman Gobbi (nella foto), l’ex governatore del Canton Ticino che non potrà mai dimenticare quando nel 2015 fu protagonista di uno scontro memorabile con Maroni, all’epoca alla guida della Lombardia.

Di fronte alle richieste della Lega dei Ticinesi di chiedere l’estratto del casellario giudiziario per i frontalieri e aumentare le imposte alla fonte, la replica di Bobo non si fece attendere: "Vogliono porre ostacoli ai 60mila lavoratori che ogni giorno si recano in Ticino. Se l’amico Gobbi continua con questa ostinazione dirò loro di rimanere a casa un mese, pagherò io lo stipendio, poi vediamo che succede. Senza di loro, il Cantone si ferma".

Poi l’allarme rientrò. Un’eccezione nel rapporto di collaborazione tra Lombardia e Canton Ticino favorito dalla cabina di regìa della Regio Insubrica. Non è un caso che una delle ultime apparizioni ufficiali oltreconfine di Maroni risalga all’inaugurazione della linea ferroviaria Varese-Stabio-Mendrisio nel dicembre 2017 con ’allora presidente della Confederazione Doris Leuthard e il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. "Dopo più di un secolo, questa è la prima tratta transfrontaliera che avvicina ancora di più l’Italia e la Svizzera".

Roberto Canali