ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Varese, i funerali di Fabio Limido alla basilica di San Vittore. Il toccante messaggio della moglie

Giovedì l’ultimo saluto della città al geologo 71enne ucciso a coltellate il 6 maggio scorso dall’ex genero Marco Manfrinati che deve rispondere sia di omicidio che di atti persecutori

Varese si prepara a dare l’ultimo saluto a Fabio Limido, il settantunenne ucciso dall’ex genero Marco Manfrinati il 6 maggio scorso in via Menotti a Varese. Limido era intervenuto dopo che Manfrinati aveva aggredito l’ex moglie, ferendola gravemente. Lavinia Limido è stata salvata dall’intervento del padre. I funerali del padre saranno celebrati giovedì 16 maggio alle 15 nella basilica di San Vittore. Marta Criscuolo, la vedova e madre di Lavinia, una donna di grande forza morale in questa tragedia, con profondo amore sostiene la figlia ancora ricoverata in ospedale. – “Lotta come una tigre”, ha detto di lei – l’amato nipotino, che ancora non può abbracciare la mamma,

La vedova ha scritto un toccante messaggio per il marito:  "Ti prometto, Fabio, che terrò fede fino in fondo ai programmi meravigliosi che avevamo fatto per le nostre figlie e per nostro nipote e che la Luce dell’Amore splenderà su di noi e prevarrà su tutto. Arrivederci”.

Lavinia Limido, la donna sfregiata dall'ex compagno Marco Manfrinati
Lavinia Limido, la donna sfregiata dall'ex compagno Marco Manfrinati

Ieri, intanto, è stata disposta la custodia cautelare in carcere di Manfrinati anche per il procedimento di stalking,  Il provvedimento è stato emesso dal giudice Luciano Lucarelli lo scorso 10 maggio davanti al quale è in corso il processo. Manfrinati è accusato del tentato omicidio dell'ex moglie, sfregiata con un coltello, e dell'omicidio dell'ex suocero. Un anno prima della violentissima aggressione, anche a fronte di numerose denunce presentate dall'ex moglie e dai famigliari, la procura di Varese aveva chiesto l'arresto di Manfrinati. Arresto negato dal Gip del Tribunale di Varese che aveva disposto la misura del divieto di avvicinamento. Il giudice Lucarelli ha disposto la custodia in carcere anche per l'accusa di atti persecutori “considerato che quanto accaduto il 6 maggio esprime, in primo luogo, l'urgenza di rivalutare l'esigenza cautelare posta a fondamento della misura generica - ossia il pericolo di reiterazione del reato - acuitasi in modo allarmante sino a giungere ad esiti fatali”.

Marco Manfrinati (a sinistra) e Fabio Limido
Marco Manfrinati (a sinistra) e Fabio Limido

E che poi "deve prendersi atto di come la misura cautelare del divieto di avvicinamento si sia mostrata del tutto sproporzionata per difetto a fronteggiare la predetta esigenza cautelare, stante la necessaria libera adesione che il suo destinatario avrebbe dovuto prestare ad essa”. Dunque “la misura idonea a fronteggiare la predetta esigenza cautelare” è “solamente quella coercitiva”, ha scritto il giudice nel provvedimento.