Frontalieri, una battaglia in Comune: "I nostri stipendi non si toccano"

Impegno in difesa degli accordi del ’74. Amministrazioni locali invitate a discutere una mozione sul tema

L’Associazione Frontalieri Ticino sfila a Lavena Ponte Tresa

L’Associazione Frontalieri Ticino sfila a Lavena Ponte Tresa

Lavena Ponte Tresa (Varese), 26 aprile 2016 - "Gli stipendi non si toccano". Prosegue la battaglia dei frontalieri contro la revisione degli accordi bilaterali del ’74. Facendo propria un’iniziativa intrapresa dalla Comunità montana del Piambello, l’associazione che riunisce i lavoratori italiani impiegati in Canton Ticino ha inoltrato a tutti i Comuni della fascia di confine un documento nel quale si chiede un impegno concreto in difesa dell’attuale sistema di tassazione. In sostanza, alle assemblee consiliari interpellate è stata presentata una mozione da inviare - in caso di approvazione - alle Province (Varese, Como e Verbano Cusio Ossola) e alle Regioni (Lombardia e Piemonte) affinché si arrivi a un fronte unitario sulla questione.

"Recentemente - ricorda Graziano Storari, vicepresidente dell’Associazione Frontalieri Ticino - è intervenuto sul tema anche il governatore Maroni, il quale ha fatto sapere di voler incontrare direttamente gli amministratori locali: noi stiamo facendo di tutto per ottenere questo tipo di appoggio". Ma a quanto ammonterebbe l’aumento delle tasse derivante dal nuovo sistema basato sulla doppia imposizione? "Si tratta di due o tre stipendi all’anno - spiega Storari -. Noi chiediamo che non venga toccato il nostro reddito e che si resti al sistema deciso nel ’74: con quali modalità ci interessa relativamente, l’importante è che non si metta mano ai portafogli dei frontalieri". E se nelle scorse settimane si era creata una sorta di frattura fra i lavoratori (o almeno una parte di essi) e i sindacati, dalla stessa associazione costituita pochi mesi fa arrivano parole distensive. "Abbiamo visioni diverse sul modo di affrontare la situazione - premette Storari -, ma vorremmo incontrare i rappresentanti delle varie sigle, italiane e svizzere, in modo tale da trovare un fronte comune anche con loro".

Nel frattempo, però, da Berna arriva un altro duro attacco ai frontalieri: il consigliere nazionale Lorenzo Quadri ha infatti presentato una mozione al Consiglio federale nella quale chiede di elaborare una tassa d’entrata destinata ai lavoratori stranieri impiegati in Canton Ticino. "Oltre ad essere fonte di problemi sul mercato del lavoro - afferma l’esponente della Lega dei Ticinesi -, i frontalieri usufruiscono di prestazioni finanziate dal contribuente elvetico e causano alla collettività costi che però non sono poi chiamati a coprire". La parola, dunque, passa ora al Consiglio federale.