"Ecobonus, strada in salita": l’allarme dei costruttori

Difficoltà nel trovare i materiali e ritardi: dubbi e timori dei vertici di Aime

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Varese - L’incertezza sulle tempistiche dell’ecobonus rischia di vanificare gli effetti positivi di uno strumento potenzialmente molto importante per il rilancio dell’economia locale. L’allarme arriva da Aime, associazione di categoria varesina che un anno e mezzo fa ha istituito il servizio Aime 110% proprio per fornire consulenze e informazioni ad imprese e cittadini in merito all’ecobonus. A preoccupare Aime è il continuo tira e molla sulle tempistiche di validità del provvedimento: prima sino a dicembre 2021, poi prolungato a giugno e quindi a dicembre 2022, successivamente a fine 2023, a cui è seguita un’ulteriore modifica che ha "sdoppiato" le date di scadenza.

In poche parole una grande confusione, che non giova ai privati e alla filiera delle costruzioni, come sottolineano per Aime il presidente Giuseppe Albertini, il segretario Gianni Lucchina e il coordinatore tecnico della cabina di regia Aime 110% Raffaele Nurra. In un momento in cui le imprese stanno fronteggiando il rincaro delle materie prime, le difficoltà di approvvigionamento ed i ritardi nelle consegne dei materiali, ridurre i tempi significa nei fatti rendere inattuabili la maggior parte dei progetti su cui si sta lavorando in tutta Italia. "Cambio delle scadenze, proroghe non concesse e talvolta interpretazioni bizzarre, unitamente alla stretta creditizia posta in essere dagli istituti di credito che, ad oggi, non hanno fatto il loro dovere fino in fondo pur ricavandone lauti guadagni, impediscono e rendono vano qualsiasi sforzo di programmazione dei lavori in un settore che ha bisogno di certezze", commentano i vertici di Aime. Per queste ragioni l’associazione ha deciso di scrivere agli eletti in provincia di Varese affinché il Governo possa rivedere le proprie scelte.

E intanto un’altra associazione di categoria del territorio, Uniascom, guarda invece al futuro dei negozi storici, dopo che nei giorni scorsi altre 30 attività della provincia di Varese sono state inserite nell’apposito albo istituito da Regione Lombardia (in totale ora sono 113). "Il negozio di vicinato tiene vive le città, svolge un ruolo di carattere sociale unico, racchiude storia e tradizioni di un luogo. Ecco perché va salvaguardato, protetto, incentivato", commenta il presidente provinciale di Uniascom Varese Rudy Collini. L’associazione propone che vengano ridotte imposte e tributi a carico delle attività storiche.