"Dopo la strage del padre Nicolò cerca di riprendersi"

Il giovane dimesso dall’ospedale vive assieme ai nonni materni "Siamo felici di averlo con noi"

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"Non se la sente di parlare, è ancora scosso, ma posso confermare che sta bene in casa coi nonni". L’avvocato Stefano Bettinelli parla così del suo assistito, il 23enne Nicolò Maja, l’unico sopravvissuto alla terribile strage di via Torino orchestrata dal padre che gli ha tolto prima la madre, poi la sorella minore. Per lui parlano i nonni materni, felicissimi di rivederlo a casa dopo mesi di angoscia e rabbia. "Nicolò è qui con noi a casa e per noi è un sogno diventato realtà dopo un percorso difficile e faticoso". Mesi fatti di speranza nell’attesa di un miglioramento che alla fine c’è stato, anche se il viaggio verso l’agognata normalità sarà ancora lungo e faticoso. Per lui tre giorni di fisioterapia in ospedale a Somma e ad accompagnarlo saranno anche i volontari delle associazioni di Samarate, suo paese di residenza che non lo ha mai abbandonato.

"Il ragazzo deve costruirsi la sua vita e noi saremo sempre al suo fianco" dicono emozionati i nonni. Il trauma psicologico rimane e anche fisicamente Nicolò non è come prima. Rimane sulla sedia a rotelle con evidenti problemi di deambulazione e una semi infermità sul lato sinistro del corpo. Oggi l’abitazione teatro della strage è ancora sotto sequestro perchè le indagini non sono state chiuse: "Temo non saranno chiuse fino a novembre", spiega l’avvocato che aggiunge un commento sulle voci circolate in questi giorni per le quali il padre di Nicolò, Alessandro Maja, abbia scritto lettere recapitate ai nonni materni del ragazzo: "Non so a chi abbia scritto dal carcere ma non certo ai suoceri o al figlio. Noi non l’abbiamo più sentito, non è mai arrivato un atto di pentimento e non ha mai chiesto notizie sul figlio, nè quando era in coma e neppure ora che è uscito dall’ospedale!". Christian Sormani