Coronavirus, Malpensa dal primato alla desolazione

Due mesi fa lo scalo aveva chiuso l’anno con numeri da record, ora è il deserto: i voli quotidiani sono calati del 60 per cento

Malpensa al tempo del coronavirus

Malpensa al tempo del coronavirus

Varese, 11 marzo 2020 -  Non è la scena di un film, ma è la realtà di questi giorni a Malpensa, lo scalo che l’anno scorso, dunque solo poco più di due mesi fa, aveva chiuso con il numero record di passeggeri, 27 milioni: l’aeroporto è deserto. Sul tabellone elettronico si allunga in continuazione il numero dei voli cancellati e delle compagnie che tagliano collegamenti o addirittura fermano l’attività su Malpensa, sempre più isolato. Non ci sono passeggeri. Ieri 140 i voli partiti e atterrati, quando in media, in tempi normali, sono 500 e Sea ha deciso di chiudere il satellite centrale. «Sembra impossibile – dice Filippo Gesualdi, sindaco di Ferno, il comune del Terminal 1 – Colpisce questo senso di vuoto, hai l’impressione che il tempo sia fermo, una situazione irreale. Abbiamo visto fino a poche settimane fa l’aeroporto luogo dinamico, pieno di gente, oggi lo scenario è di desolazione, questa immobilità è angosciante». Gesualdi è dal 1998 dipendente del ministero dell’Interno, operatore amministrativo negli uffici della Polizia di frontiera a Malpensa, in aspettativa da quando è sindaco.

«Ho seguito la nascita del grande aeroporto e le varie vicissitudini - continua - ricordo i giorni dopo l’attentato alle Torri gemelle, già allora avevamo vissuto momenti di grande tensione e preoccupazione, ma l’attuale situazione di Malpensa non è lontanamente paragonabile a quei giorni del 2001, è molto, molto peggio anche per le pesanti ricadute sulle attività che sono collegate all’aeroporto, con migliaia di lavoratori coinvolti, rischiamo una catastrofe sociale, speriamo che questo incubo finisca presto». Arrivano alcuni passeggeri, portano la mascherina, hanno il volo confermato, come prevede il nuovo decreto compilano il modulo per l’autocertificazione consegnato dagli agenti della polizia, prima dell’imbarco. Dentro il terminal i ristoranti hanno già chiuso come pure diverse attività commerciali, la “piazza del lusso”, in tempi normali sempre affollata è deserta: l’aeroporto vuoto è la fotografia dell’Italia sempre più isolata dal mondo. Solo due mesi fa, si guardava con fiducia al nuovo anno, poi all’improvviso a causa dell’epidemia di coronavirus lo stop dei collegamenti con la Cina, un primo duro colpo per Malpensa, quindi la crisi di Air Italy e ora il crollo pesantissimo del traffico che ieri ha portato alla chiusura del satellite centrale. Fino a quando? Per ora non c’è risposta.