Varese, tutti pazzi per il canyoning

I giovani del Gruppo Speleologico del Cai prealpino e la nuova passione del torrentismo

Alla scoperta di torrenti e cascate con il Cai

Alla scoperta di torrenti e cascate con il Cai

Varese, 9 novembre 2019 - Il desiderio di avventura ha spinto i giovani del Gruppo Speleologico del Cai di Varese verso una nuova passione: quella del canyoning, in italiano torrentismo. Una disciplina che consiste nella discesa a piedi, con l’ausilio di corde, di strette gole percorse da piccoli corsi d’acqua. È nato così il «Gruppo Rospi», come hanno deciso simpaticamente di chiamarsi. Per andare alla scoperta di torrenti e cascate del resto una buona dimestichezza con l’ambiente acquatico non deve mancare.

La loro esperienza è stata al centro di uno degli incontri della rassegna «Dalla parte delle radici»: la serata si è svolta giovedì nella sede varesina del Cai. Ad introdurre l’argomento la presidentessa di sezione Antonella Ossola. «È un’attività meravigliosa – ha detto – perché coniuga due aspetti: la passione per l’esplorazione e la parte più ludica e adrenalinica. Per noi è una novità, ma è un gruppo che sta già dando i suoi frutti». Relatore Peter Lindner, che attraverso immagini e filmati ha raccontato gli sviluppi del percorso di scoperta dei canyon varesini. Luoghi sconosciuti ai più, ambienti di pura e selvaggia natura, a cui ci si deve approcciare con la giusta attrezzatura e l’abbigliamento adeguato. Non possono mancare quindi casco, calzature apposite, imbrago, moschettoni e ovviamente la muta, perché anche in piena estate dopo ore passate in acqua il freddo si fa sentire. Nello zaino uno spazio deve essere sempre riservato al trapano, tenuto al riparo in una sacca stagna. Se si affrontano calate non attrezzate è fondamentale potersi creare gli ancoraggi da zero.

«Abbiamo iniziato quasi per caso – ha spiegato Lindner – poi il gruppo si è ampliato e abbiamo migliorato le tecniche seguendo dei corsi, per poi passare a discese più impegnative». Cascata dopo cascata i Rospi hanno raccolto le informazioni relative ai singoli torrenti, scoprendo dei piccoli canyon anche nei luoghi più impensabili, come ad esempio la forra delle Bustecche, nella periferia di Varese. Le discese sono di varia lunghezza e difficoltà: si va dalle più facili come la Valfredda fino alla Val Cedullo, dove servono otto ore per scendere 900 metri di dislivello. Tutto questo lavoro è stato messo a disposizione degli appassionati sul sito del Cai Varese e in futuro, quando il materiale crescerà, potrà vedere la luce una pubblicazione dedicata. L’avventura non finisce qui: ci sono molti altri luoghi da perlustrare. «La nostra idea per i prossimi anni – ha spiegato Peter Lindner – è quella di poter cominciare a riattrezzare i percorsi più belli nelle nostre valli in modo da renderli più fruibili».