È ancora una volta un futuro incerto quello dell’ex Whirlpool di Cassinetta di Biandronno. La vendita alla nuova proprietà di Beko Europe, la cui insegna è apparsa sui cancelli del sito varesino lo scorso aprile, non ha sciolto i dubbi e le perplessità sul futuro che hanno caratterizzato gli ultimi anni di guida americana, che avevano visto più volte gli addetti della multinazionale dell’elettrodomestico incrociare le braccia. Si ricordano tra gli eventi recenti più significativi la fiaccolata dell’ottobre 2022 con lavoratori e istituzioni fianco a fianco e un anno prima la mobilitazione per la chiusura del sito di Napoli.
Operai e impiegati torneranno a scioperare nelle prossime ore: domani è prevista una mobilitazione indetta a livello nazionale in tutti i siti Beko da parte delle sigle dei metalmeccanici Fim Fiom e Uilm. In seguito all’incontro di giugno al Ministero, il primo con la nuova direzione, i sindacati chiedono trasparenza lamentando la mancata presentazione del piano industriale. La preoccupazione è inoltre cresciuta negli ultimi giorni, dopo che Beko Europe ha annunciato la scorsa settimana la chiusura di due stabilimenti produttivi in Polonia con 1800 licenziamenti previsti. A luglio era invece stata chiusa una fabbrica in Gran Bretagna. Presupposti che lasciano tutt’altro che tranquilli i lavoratori, che chiedono un nuovo incontro con l’azienda e il Ministero affinché vengano chiarite le intenzioni della proprietà. In un quadro così complesso i sindacati chiedono che venga tutelata l’occupazione, che a Cassinetta conta su numeri importanti. Più di 2200 i lavoratori impegnati in loco, a cui si aggiunge l’indotto. Una delle ultime grandi aziende rimaste nel Varesotto: ecco perché l’ipotesi di un ridimensionamento o peggio ancora di una chiusura preoccupa anche la politica. "Sarebbe una catastrofe economica e sociale per la provincia di Varese e la Lombardia tutta", dice il consigliere regionale del gruppo misto Luca Ferrazzi che ha presentato sul tema una mozione.
L’assemblea del Pirellone ha approvato all’unanimità il documento, chiedendo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy di attivarsi. E con un emendamento del leghista Emanuele Monti si è deciso di convocare le parti interessate in audizione in commissione regionale.