Busto Arsizio, abusi sul cognato minorenne: assolto

Episodi denunciati dieci anni fa dal giovane, cerebroleso per un incidente stradale: "Per noi fine di un incubo"

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Busto Arsizio, 4 novembre 2021 - Rapporti familiari intricati, un “ménage à trois“ e un terribile incidente stradale in Puglia che, nel 2011, ha reso invalido un giovane che poi ha accusato il compagno della sorella di aver abusato di lui quando era ancora minorenne. Ingredienti di un processo concluso ieri, in primo grado, con l’assoluzione di un cinquantenne dall’accusa di violenza sessuale. Il Tribunale di Busto Arsizio ha accolto la richiesta del suo difensore, l’avvocato legnanese Sandro Cannalire, respingendo la proposta della Procura di condannare l’imputato a 7 anni di reclusione. Sette anni, come i presunti episodi al centro dell’impianto accusatorio costruito sulle dichiarazioni del giovane, che ora ha trent’anni. Dieci anni fa aveva raccontato di essere stato costretto a subire violenze a Parabiago e Busto Arsizio, fra il 2008 e il 2011, iniziate quando aveva 17 anni. L’impianto accusatorio, però, non ha retto al processo di primo grado.

Facendo un passo indietro, la vicenda si inserisce in uno scenario di rapporti familiari intricati. L’imputato inizialmente era il compagno della madre della presunta vittima degli abusi. Ha avuto 2 figli con la donna, ma dopo qualche anno la relazione si è interrotta. Il cinquantenne aveva allacciato un rapporto anche con la giovane figlia dell’ex compagna, avuta da una precedente relazione. E anche con lei, in seguito, ha avuto dei figli. Nel menage familiare si è inserito anche il cognato che, secondo il suo racconto confermato anche in incidente probatorio, dal 2008 veniva costretto a subire abusi sessuali in casa, di nascosto dalla sorella.

La denuncia è stata sporta nel 2011, dopo che il giovane è rimasto coinvolto in un gravissimo incidente stradale mentre si trovava in Puglia con il padre. È rimasto cerebroleso e, ricoverato in una comunità, ha raccontato ad alcuni familiari e poi alle forze dell’ordine gli abusi, trascinando il cognato in un lungo processo. L’imputato si è sempre proclamato innocente e, ieri, ha incassato l’assoluzione in primo grado. "Non possiamo che essere soddisfatti per la decisione del Tribunale - conclude l’avvocato Cannalire – che ha giudicato con equilibrio ed equità la vicenda. Per il mio assistito è la fine di un incubo".