
Cambi mal digeriti e troppi infortuni. Il Milan perde Kalulu e Pellegrino. Leao-Giroud, segnali d’insofferenza
Due giorni di riposo servivano alle gambe e alla testa del Milan. Servivano per ricaricare le batterie dopo la settimana infernale tra Juventus e Napoli, passando per Parigi. Servivano anche per arrivare il più lucidi possibile ad analizzare quanto accaduto tra i microfoni francesi e il perimetro del campo del Maradona. Ci arriveremo, intanto l’attualità con l’esito degli esami dall’infermeria. La buona notizia è per Pulisic: per lui escluse lesioni muscolari alla coscia sinistra. Meno buoni i referti di Pellegrino e soprattuto Kalulu: per il primo è frattura composta dell’osso calcaneare del piede sinistro, per il francese invece lesione del tendine retto femorale sinistro, meritevole di parere chirurgico. Rischio operazione concreto.
Una tegola, che si aggiunge alle scorie della settimana tra campo e spogliatoio. Le parole di Calabria, archiviate da Stefano Pioli alla vigilia, avevano aperto un solco ricalcato dalle camminate nervose di Olivier Giroud e Rafa Leao al momento della sostituzione domenica sera. Due reazioni insolite, nel percorso di 200 e più panchine che accomuna il Milan e il suo allenatore. Due reazioni figlie di una crescita della squadra che va a braccetto con la crescita delle ambizion. Se il botta e risposta con il capitano era stato chiarito dal tecnico già alla vigilia dell’ultima partita, e se vogliamo dalla prestazione molto positiva dello stesso terzino milanista, diverso sarà il discorso che riguarda bomber e fantasista.
Giroud, ai microfoni dopo il pari di Napoli, non ha perso tempo per sottolineare che "non c’è alcun problema tra noi e il mister: il rapporto tra lui e la squadra è ottimo e sarà così fino alla fine. Era solo frustrazione data dalla voglia di vincere", le sue parole. Da leader tecnico e morale, di un ambiente che dovrà ricompattarsi in ogni suo effettivo per uscire da un trittico deludente, ma capitato troppo presto per essere determinante. Per Leao, invece, la ricetta migliore sarà il sostegno in un percorso di crescita che passa da discontinuità e brusche interruzioni che vorrebbero essere dimenticate definitivamente. Una sgroppata in stile Champions di un anno fa, quindi un rasoterra da lontano innescato senza problemi da Meret, fino a un contropiede stoppato da un fischio di Orsato che rivedendolo lascia più di un sospetto. Tre frame della partita, ma non abbastanza per abbracciare quanto richiederebbe un talento così e quel numero sulla maglia. Ritrovare la sua migliore condizione sarà un punto fondamentale del lavoro settimanale. Con la sua, anche quella di Loftus-Cheek, che lavora in palestra a Milanello nel tentativo di esserci contro l’Udinese. Uno spiraglio di luce, nel buio piombato sulla stagione rossonera.