
La Pro Sesto riparte in Serie D con Scandola e Angellotti, mentre il calcio femminile affronta un ridimensionamento.
Un’estate diversa, un anno più tardi. Dopo aver vissuto una campagna acquisti estiva nel 2024 partita in nettissimo ritardo per il cambio di proprietà, la Pro Sesto ha affrontato un campionato da "anno zero", come era stato definito dall’interno del club, in quella Serie D in cui si era sprofondati a causa della retrocessione sul campo. Stavolta si partirà da lontano, con la speranza di vederne i benefici nel tempo. In settimana dovrebbe arrivare la conferma ufficiale sia di Andrea Scandola come direttore sportivo che di Daniele Angellotti (nella foto) come allenatore. Non ci sarà più la rincorsa affannosa a quanto lasciato sul piatto dalla concorrenza, ma la possibilità di giocarsela alla pari, con le competenze dei protagonisti dietro la scrivania e in panchina. Obiettivo promozione? Dipenderà anche dalla composizione dei gironi e dal budget delle avversarie, ma c’è la volontà di giocarsela.
In compenso è in subbuglio il settore femminile, che per scelta della proprietà vivrà un ridimensionamento. Nei giorni scorsi sono circolate voci di una possibile cessione del titolo sportivo della Serie C, ipotesi che dovrebbe essere scongiurata. Il progetto sarà però rivisto, probabilmente senza lo stesso investimento e non più appoggiandosi al Brera. Anche per questo, nei giorni scorsi, hanno rassegnato le dimissioni l’amministratore delegato Jacopo Musciolà, il segretario Giorgio Arioli e la responsabile Elena Tagliabue, il cui incarico terminerà il 1° giugno. Tagliabue ha lasciato sbattendo la porta: "Purtroppo è inutile continuare a lavorare per una società che non crede nello sviluppo del calcio femminile senza sostenerlo con rispetto e responsabilità", ha scritto sui canali social.
M.T.
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