
È sul lago di Como, sin da bambino, che Saliou ha imparato a sognare. I primi palleggi, poi due stagioni nella Gimar Lecco (Under-13 e Under-14) . quindi il salto alla Fortitudo Bologna. In seguito Trento, fino alla Virtus.
È a Mandello del Lario che Saliou Niang ha fatto i primi palleggi. Non parliamo di un ragazzo tra tanti, dell’ennesima speranza del basket italiano. No, questo classe 2004 oggi è già qualcosa di più. E’ l’azzurro più brillante di questo Eurobasket 2025, e oggi si giocherà gli ottavi di finale con la Slovenia. Alla Polisportiva Mandello la sua infanzia. Saliou ha svolto tutto il percorso di minibasket, poi due stagioni nelle giovanili della Gimar Lecco (Under-13 e Under-14) prima del salto alla Fortitudo Bologna dall’Under-15. Un itinerario lombardo, tra lago e palestra, che oggi fa da filo rosso alla sua storia: da Dakar all’NBA, passando per la crescita in provincia di Lecco e la formazione cestistica italiana.
A Bologna, nei giorni più difficili della Effe, Niang si è preso la scena. Il 30 aprile 2023 contro Piacenza, con la Fossa dei Leoni in silenzio per protesta, il giovane trovò 26 minuti, firmando 4 punti, 10 rimbalzi e 2 assist. Il primo canestro arrivò proprio sotto la Fossa, dopo un rimbalzo offensivo: "Bravo, cinno", urlò qualcuno dagli spalti. Spazio anche nelle gare con Torino e Urania, poi il ritorno in fondo alla panchina. La strada non è però stata lineare. Un grave infortunio alla caviglia, con la rottura di tre legamenti, ne ha segnato la crescita da giovanissimo, seguito da una frattura da stress che ha complicato la stagione 2022-23. Dolore, terapie, pazienza. Quindi, fondamentalmente, il taglio della Fortitudo.
E la chiamata di Marco Crespi, un figlio del basket milanese: destinazione Dolomiti Energia Basketball Academy di Trento, un progetto che cura giocatori e uomini. Lì Niang ha trovato il contesto giusto. La Next Gen Cup lo ha consegnato al grande pubblico, coach Paolo Galbiati gli ha chiesto coraggio per la prima squadra, lui ha risposto in campo. Ed è l’inizio di tutto. Lo stesso Galbiati ricorderà: "Sarò onesto, quando due anni fa si parlava di questo ragazzo ‘scaricato’ dalla Fortitudo mai avrei immaginato che facesse questo tipo di percorso in così poco tempo". Pare che prima di un allenamento lo avesse spronato dicendogli: "Hai due palle così". E non era un complimento.
Il resto è storia. In una Trento giovane arriva a vincere una Coppa Italia e a giocare i quarti di finale playoff con Milano. Quello che impressiona, è la costante crescita. La notte del Draft 2025 al Barclays Center ha cambiato tutto: Cleveland Cavaliers alla 58ª. "Quando ho sentito il mio nome, tremavo. È stato meraviglioso", il suo commento. E ancora: "Penso al piccolo Saliou e mi dico: ce l’hai fatta". Sia chiaro, la distanza dagli Stati Uniti è ancora lunga. Una scelta al secondo giro non è un contratto, solo un interesse. Saliou le sue carte se le sta giocando ora, con Italbasket, dove le prestazioni sono state clamorose. E alla Virtus Bologna.
Non ha ancora una grande “mano“, ma il tiro si sta affinando. In campo aperto è inarrestabile, e a rimbalzo supporta come un’ala grande. Pur essendo un esterno. Dietro il professionista rimane il ragazzo cresciuto tra Dakar e Mandello del Lario, identità che Saliou porta con orgoglio. 1,99, braccia infinite, primo passo bruciante, movimenti senza palla: qualità costruite tra il Lario e i campi lombardi prima che Bologna e Trento lo rilanciassero. "Il segreto? Non dimenticare da dove vengo", ha spiegato. E da Mandello, dove un bambino inseguiva un pallone arancione, parte la traiettoria che oggi attraversa l’America. Mandello resta la sua radice lombarda e la sua bussola. Se Trento gli ha dato la piattaforma e Bologna gli ha insegnato la “fotta“, è sul Lago di Como che Niang ha imparato a sognare. Adesso il sogno ha un indirizzo: Cleveland, passando ancora per le Due Torri. Il destino, però, continua a parlare anche la lingua di casa. In corsivo, a margine, si potrebbe scrivere: Made in Mandello. E sarebbe la realtà.
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