Monza-Palladino: il futuro è da scrivere

Quando il suv blu scuro con a bordo Adriano Galliani tornava allo stadio nel post partita di Monza-Napoli, probabilmente le notifiche sul suo smartphone facevano così: "Nuovo capitolo di storia da aggiungere". Lui nel frattempo era già in Duomo, anche se la partita aveva una piega tutta favorevole e se il primo obiettivo del Monza - la salvezza - è cosa già conquistata anche calcolatrice alla mano e metabolizzata da qualche settimana. Vincere contro la capolista già campione d’Italia, aggiunge dati a una stagione brianzola che merita di restare negli annali, e che di partita in partita aggiunge capitoli a una storia della cui fine non v’è certezza: nel 2023 nessuno ha perso meno della squadra di Palladino in campionato, e sull’attuale classifica la stessa squadra ha confezionato 13 punti su 18 contro le tre squadre sul podio.

Tenendo conto che, all’andata contro i partenopei, alla guida dei brianzoli, c’era Stroppa che di punti in campionato ne fece 1 sui 18 disponibili nelle prime 6 giornate del campionato. Con Palladino alla guida, invece, la musica è cambiata da subito e la pausa mondiale non ha fatto altro che aggiungere convinzioni a una squadra capace di assimilare ogni nuova indicazione del tecnico. Proprio il tecnico, soprattutto il suo futuro, restano l’unica incognita di un finale di stagione che può ancora essere vissuto sulle ali dell’entusiasmo e con un sogno ancora vivo da poter trasformare in realtà. A chi riusciva a compiere l’ennesima impresa contro Spalletti era inevitabile un’altra, ennesima domanda sul futuro.

Che passerà da nuovi incontri con il club nella figura di Galliani, e che evidentemente resta appeso a una speranza che qualcuna delle big possa bussare alla porta. Nemmeno lui sa se è già giunto il momento del grande salto. "Il giudizio lo lascio agli altri, agli addetti ai lavori", le sue parole. Un giudizio però si può già dare guardando il Monza in ottica futura: difficile che biancorossi partano il prossimo anno con l’obiettivo misero della salvezza. Perché essere "big" è bello, fare la storia di più. Michael Cuomo