LUCA MIGNANI; IL MILAN
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Milan, quando vincere non basta. Troppi gol subiti, poco equilibrio. E il caso Leao sempre in agguato. Così Fonseca torna sotto esame

In Champions i rossoneri sono la squadra che recupera meno palloni e Maignan ha fatto più parate di tutti. Il tecnico crede ancora nello scudetto ma per ora è fuori anche dalla zona Europa. Intanto Gabbia rinnova.

Troppi gol subiti, poco equilibrio. E il caso Leao sempre in agguato. Così Fonseca torna sotto esame

In Champions i rossoneri sono la squadra che recupera meno palloni e Maignan ha fatto più parate di tutti. Il tecnico crede ancora nello scudetto ma per ora è fuori anche dalla zona Europa. Intanto Gabbia rinnova.

di Luca Mignani

"Sono sempre sotto esame", disse Paulo Fonseca ormai più di due mesi fa. E tant’è. Tanto che i bookies insistono sui possibili sostituti: Allegri, poi Sarri, a seguire Tudor. Il tecnico fa spallucce e insiste: "Scudetto ancora possibile". C’è sempre la gara da recuperare col Bologna, ma di fatto la classifica dice -10 dal Napoli, -9 dalla zona Champions. Altri numeri, proprio in coppa: "Tre vittorie consecutive con tre gol". Anche sul tris di Bratislava si sono aperò allungate ombre: 2 gol concessi all’ultima in classifica che fin qui ne aveva segnati altrettanti in 4 partite. Le reti al passivo sono così salite a 8: il reparto è il 23esimo della competizione. Non solo.

Il Milan è la squadra che recupera meno palloni: 144. L’Atletico Madrid, primo in questa classifica, viaggia a 250. E Maignan è il portiere che ha dovuto fare più parate (30): seguono proprio lo Slovan e lo Shakhtar (28). Non è tutto oro quello che luccica, insomma. Gli inghippi, sempre più evidenti, nell’equilibrio e nella fase difensiva. A proposito: ieri l’annuncio del rinnovo di Gabbia. Contratto fino al 2029 e ingaggio praticamente raddoppiato (da 1 a 2 milioni). Di fatto, fin qui, il giocatore che ha convinto di più in una difesa che, invece, non convince affatto. "Il problema riguarda tutta la squadra, ma è anche vero che a volte non abbiamo difeso come volevamo", Ibrahimovic dixit. Fonseca, comunque, proprio sul tallone d’Achille difesa, batte il tasto del miglioramento, tenendo sempre sullo sfondo il "grande cambiamento" in atto: "È migliorata la compattezza, il modo di rientrare. Siamo molto più corti, con la Juve è migliorata la difesa dell’area. Da rivedere, invece, errori individuali e letture". Patata bollente. Così come la gestione di Leao. Il terzetto di panchine in campionato ha avuto l’effetto sperato. A Bratislava, l’esclusione dall’undici iniziale ha stupito. E fatto storcere il naso a molti. "Tutto risolto, Fonseca sa che non mi piace andare in panchina, ma se lo decide sono sempre pronto ad aiutare la squadra. Sono contento qui, lo siamo tutti: sta facendo un bel lavoro, ha le sue idee e vogliamo capirle ancora di più".

Il tempo però stringe in campionato. Domani l’Empoli è l’ennesimo esame. Sia Rafa che Pulisic ieri si sono allenati col gruppo: superati i rispettivi acciacchi. E il tecnico starebbe pensando all’ennesimo cambiamento: dagli esperimenti tra le linee (Reijnders, Loftus-Cheek) al doppio centravanti (Morata-Abraham), dal 4-2-3-1 con Pulisic trequartista atipico alla difesa a cinque anti-Vinicius, potrebbe essere il momento di un centrocampo più muscolare con Musah o Loftus-Cheek insieme a Fofana e Reijnders. Si vedrà. Ma il tempo degli esperimenti non può essere infinito. Non a fine novembre. Non con una classifica che al momento dice distanza dalla vetta in doppia cifra. E fuori dall’Europa.

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