
Ermanno Manenti in corsa a Dresda durante il Mondiale per trapiantati
Due medaglie d’oro e una d’argento è il ricco bottino con il quale Ermanno Manenti è tornato dal Campionato del Mondo di ciclismo per trapiantati in corso di svolgimento a Dresda. L’atleta di Manerbio ha vinto la corsa in linea individuale (30 km) e la cronometro a squadre (20 km) con l’Italia, insieme a Mirko Bettega e Andrea Filomia, mentre nella cronometro individuale (10 km) si è piazzato al secondo posto, a soli 16“ dall’americano Neal Stansbury. "Direi - ha commentato ancora emozionato - che due ori e un argento rappresentano un bilancio non da poco. Mi fa molto piacere la vittoria conquistata nella corsa in linea, ma guardo con una gioia particolare al successo nella cronometro a squadre con l’Italia. Un risultato che non avevamo mai ottenuto prima, visto che in precedenza abbiamo partecipato a questa specialità solo nel 2017, quando siamo arrivati terzi. Tornare a gareggiare dopo diversi anni poteva creare qualche difficoltà e invece tutto è andato nel migliore dei modi e siamo riusciti a precedere due formazioni accreditate come Germania e Olanda".
Il fatto di essere giunto a pochi secondi da un tris che sarebbe stato veramente eccezionale non intacca affatto la gioia di Manenti: "Non c’è alcun rammarico, anzi considero il secondo posto nella cronometro individuale un risultato importante e molto positivo. Sono arrivato a 16“ dall’americano Stansbury, che ha meritato di salire sul gradino più alto del podio. Per quel che mi riguarda, ho fatto comunque una buona prova e sono riuscito a farmi valere. Non si può sempre vincere, l’importante è dare tutto quello che si ha ed essere protagonisti".
Una mentalità che ha permesso al ciclista di Manerbio di far fruttare a dovere l’intensa preparazione che ha caratterizzato le scorse settimane: "Non si può essere sempre al top, ovviamente – racconta Manenti, che ha compiuto 64 anni proprio ieri, in occasione della vittoria nella prova in linea – Posso dire, però, che mi sono preparato al meglio in vista di questo Campionato del Mondo. Se poi non capita la giornata storta, nella quale non sei al top della condizione, puoi giocare le tue carte fino in fondo ed è quello che ho fatto io in Germania".
Ed è lombardo anche il comasco Enrico Dell’Acqua, classe 1942, l’atleta più anziano presente a Dresda. Colpito dall’epatite C e da un cancro al fegato, ha avuto un trapianto a 57 anni e ha cominciato a correre in bicicletta scalando Stelvio e Mortirolo nella stessa giornata. Ieri, l’ultima soddisfazione con l’oro nella 10 km a cronometro su strada, categoria 80-99 anni.
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