RAFFAELE SISTI
Sport

L’addio al mister Filini. Nel boato di San Siro scrisse una storica pagina con il suo Casteggio

La favola del club pavese nella calda atmosfera del Meazza il 3 luglio 1977: i gialloblù vinsero la Coppa Italia dilettanti contro la Sangiuseppese spinti dai tifosi meneghini presenti allo stadio per assistere alla finale tra Inter e Milan .

Inizio d’anno triste per il mondo del calcio italiano e pavese. Nel pomeriggio del primo giorno del 2024 è mancato all’ospedale Santa Margherita di Pavia, dove era ricoverato da diverso tempo, Giancarlo Filini classe 1938, indimenticato allenatore del Fbc Casteggio 1898 (una delle prime società calcistiche italiane e la prima in Lombardia) con il quale nella stagione 1976-1977 conquistò una storica Coppa Italia dilettanti a San Siro. Il club gialloblù superò in finale i campani della Sangiuseppese davanti a 60mila spettatori accorsi alla Scala del Calcio per assistere alla finale della manifestazione tricolore tra Inter e Milan (terminata con la vittoria dei rossoneri per 2-0. Fu l’addio al calcio giocato di Sandro Mazzola, bandiera nerazzurra, e l’ultima in panchina del Paron Nereo Rocco).

Il Casteggio, che all’epoca militava in Promozione, arrivò all’ambito trofeo vincendo la prima fase e poi dai 32esimi di finale eliminò nell’ordine Ventimiglia, Larcianese, Argentana, Fucecchio e Contarina prima appunto della finale vinta per due reti a zero. Quella squadra, che ancora oggi è nella memoria dei tanti appassionati e amanti del pallone, praticava un calcio spettacolare con Giancarlo Filini che, oltre ad essere un grande tecnico, fu per i suoi ragazzi anche un secondo padre. La società gialloblù ancora oggi profuma di gloria grazie al bellissimo campo sportivo di via Dabusti dove i muri interni ricoperti di foto raccontano quella storica impresa di quarantasei anni fa. Un’emozione rivissuta la scorsa stagione grazie all’impresa della squadra militante in promozione che ha alzato al cielo la Coppa Italia insieme a Mario Rebecchi. L ex giocatore professionista di Parma e Lecco, a distanza di tanti anni, ha emulato le gesta di papà Tino vincitore al Meazza. Tornado a Filini di lui si può dire che è stato un signore del calcio e uno dei pochi pavesi a giocare nel massimo campionato italiano. Come non dimenticare le sue tre stagioni nelle fila dell’Alessandria: due in A e una in B tra la fine degli anni Cinquanta e inizio Sessanta.

In maglia grigia al Moccagatta ha avuto il privilegio di giocare insieme a Gianni Rivera. Filini è stato un attaccante rapido e di qualità autore di diverse reti nella massima serie. Successivamente nella sua storia da calciatore ha vestito le casacche di Potenza, Ravenna, Tevere Roma e Pavia prima di chiudere la carriera a fine anni Sessanta a causa di problemi a menisco e legamenti.

Come allenatore, oltre al Casteggio, ha guidato diverse formazioni giovanili della provincia di Pavia. Significativa anche la sua esperienza come coordinatore tecnico della scuola calcio della Vogherese nei primi anni 80 dove ha insegnato i fondamentali calcistici a centinaia di ragazzi del territorio. Stamattina il suo mondo che tanto amava lo saluterà per l’ultima volta alle 9 nella chiesa del Santo Spirito a Pavia dove sono attesi tanti addetti ai lavori e sopratutto ex giocatori di quel grande Casteggio 1977.

Toccante il saluto di Tino Rebecchi ,uno dei protagonisti di quel magico 3 luglio di tanti anni fa: "Mi piace immaginarti lassù con il presidente Montagna a guidare Negri, Scodeggio e Carena che ti hanno preceduto in cielo". Filini negli anni scorsi ha collaborato anche con la delegazione Figc di Pavia dove ha seguito le varie rappresentative provinciali, - una persona umile che rimarrà sempre nel cuore di tutti.