
Federico Dimarco (27 anni) l’anno scorso ha totalizzato 51 partite con 4 gol e 11 assist
Essere Federico Dimarco significa rappresentare. Il colore nerazzurro in assoluto, l’Inter di questi anni in particolare. Tra alti e bassi, l’identità resta quella. Talento, capacità di leggere le situazioni, creare occasioni per sé e soprattutto per i compagni. Il tutto al servizio della Beneamata, rappresentando appunto un popolo. Resiliente, come lui. Anche oggi, che dopo tanto spingere, nulla è arrivato in bacheca dopo una stagione di passione. Non un’annata da ricordare, per lui come per il club. Dimarco non ha deluso, sia chiaro, ma non ha avuto continuità. Momenti di qualità eccelsa, inserendosi in sovrapposizione, o allargando il gioco secondo i dettami di Simone Inzaghi. Altre fasi di calo. "Non regge più due gare in fila". O addirittura "Non tiene i novanta minuti". Qualcosa è stato lasciato per strada, ma il giudizio è troppo pesante per chi è unicità. Nel ruolo, oggi come ieri, pochi a quel livello. In Serie A forse nessuno.
Il vecchio dualismo tutto milanese con Theo Hernandez è riposto in soffitta con il viaggio sola andata verso l’Arabia del francese. Resta Federico "della Nord", per una stagione di rilancio. Lo deve essere. E lo vuole lui. "In questo ritiro stiamo lavorando forte, ci divertiamo e questo credo sia la cosa più importante. L’Inter deve lottare per vincere tutte le competizioni ogni anno" le sue parole dopo il successo con il Monaco. Christian Chivu voleva cambiare l’Inter, forse lo farà con Ademola Lookman. Dimarco intanto si è ripreso con vigore la fascia sinistra nel 3-5-2. Con costrutto. Con Carlos Augusto è dualismo, ma al meglio della condizione non c’è battaglia. In un 4-3-3 qualcosa potrebbe cambiare, anche perché in Nazionale in situazioni differenti il classe 1997 milanese ha spesso incontrato qualche difficoltà. O qualche appannamento. Però dal 2004, quando indossò il nerazzurro per la prima volta, è sempre stato abituato a scalare.
Tra Ascoli, Empoli, Sion, Parma e Verona. Sino alla finale di Champions. Rispondere, e risorgere. Quelle parole dell’altra sera sono il suo manifesto: "Dalle sconfitte di solito nascono grandi vittorie. Nel calcio funziona così. Ci sono momenti in cui sei deluso e altri in cui sei felice. In questo ritiro stiamo lavorando bene e ci divertiamo. Questo è fondamentale per poter ripartire al meglio". Federico Dimarco vuole essere felice. Per riprendersi quello che è suo, e identifica come nessun altro: l’Inter.
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