Inter, un'arma in più: Sensi rigenerato dalla Nazionale

Mancini lo ha utilizzato nelle ultime due gare di qualificazione ai Mondiali, ora il centrocampista si aspetta più spazio nell’Inter

Stefano Sensi, dopo la bella prova con la Nazionale può tornare a volare con Conte

Stefano Sensi, dopo la bella prova con la Nazionale può tornare a volare con Conte

Milano, 2 aprile 2021 - La convocazione a sorpresa in maglia azzurra ha dato una nuova spinta a Stefano Sensi. Nonostante la nota stima di Mancini, che lo aveva chiamato in Nazionale già ai tempi del Sassuolo, i tanti problemi fisici avrebbero potuto minare le possibilità di finire nel gruppo del Ct a pochi mesi dall’Europeo. Al contrario, Sensi in Nazionale ci è andato ed è risultato determinante. Non benissimo nell’ora giocata contro la Bulgaria, molto meglio entrando dopo l’intervallo nella terza e ultima sfida delle qualificazioni a Qatar 2022 giocata dall’Italia contro la Lituania. Due minuti e l’interista ha centrato il bersaglio con una conclusione mancina dalla distanza, seguita da un’esultanza in cui ha sfogato la gioia repressa da tanti piccoli e grandi acciacchi. Antonio Conte non può che essere felice. All’inizio della scorsa stagione ha lanciato il giocatore, allora un nuovo acquisto, in una posizione da mezzala con precisi compiti di raccordo tra centrocampo e attacco, trovando una chiave fondamentale per il brillante avvio in campionato. Un giocatore che qualcuno aveva addirittura paragonato a Iniesta, alimentando voci di mercato riguardanti un possibile interessamento proprio del Barcellona. Un folletto che ha vinto il premio di Mvp del mese di settembre 2019 dell’Assocalciatori, prima di fermarsi alla mezz’ora di Inter-Juventus per un problema muscolare a cui ne sono seguiti tanti altri di natura molto simile per un anno e mezzo. Il calvario sembrava non finire mai e tuttora suggerisce enorme prudenza allo staff medico e tecnico ad Appiano Gentile. Per questo Sensi non giocava titolare da Benevento-Inter del 30 settembre scorso. Si è ritagliato in autunno un ruolo fondamentale di innesto dalla panchina, in grado di dare una scossa in partite giocate non a grandissimi ritmi dalla squadra. Un elemento di qualità, ma sempre confinato un po’ nell’ombra per il timore di vederlo finire ai box, come è successo nell’immediata vigilia di un Fiorentina-Inter di Coppa Italia del 13 gennaio. Avrebbe dovuto sancire il suo rientro da titolare dopo tre mesi e mezzo, è stata l’ennesima occasione perduta a causa di un affaticamento. Grazie alla Nazionale il piccolo centrocampista ha riacquistato il sorriso. Adesso crede nella convocazione agli Europei e anche nella possibilità di potersi rendere utile nelle prossime undici partite di campionato, un rush finale che nelle previsioni di casa Inter dovrà regalare uno scudetto a cui gli uomini di Conte credono seriamente dopo undici anni di astinenza. Chiaro che per conquistare una maglia da titolare non basterà l’exploit contro i lituani. Servirà non ricadere più nei vecchi intoppi e dimostrare di avere qualità sufficiente per scalzare un trittico di palleggiatori che stanno facendo faville (Barella, Brozovic, Eriksen) nonché un pupillo di Conte come Arturo Vidal, non brillantissimo finora ma alle prese con un lavoro specifico per ritrovare la condizione dopo un intervento al menisco.