Uno scudetto in bacheca lo ha già messo. Era il terzo anno di Inter, il secondo da titolare stabile dopo una stagione di apprendistato con LucianoSpalletti e i primi vagiti della “LuLa“, sfociati in una finale di Europa League e un secondo posto in campionato. Alla seconda stagione di Conte, però, il tricolore è finito sul petto dei nerazzurri e ora l’obiettivo di Lautaro Martinez e arrivare a quota due, aggiungendo lo zero di fianco per la conta del club. Sarebbe infatti il trionfo della seconda stella, lancerebbe l’argentino e i compagni definitivamente nella storia, soprattutto considerando i reduci dall’altro scudetto recente. De Vrij, Darmian, Barella, lo stesso Lautaro, più Sanchez e il poco utilizzato Sensi.
Per l’argentino sarebbe la consacrazione, il campionato vinto da capitano e chissà, magari anche da capocannoniere. Come l’Inter in Serie A, Lautaro ha messo una grossa ipoteca sul riconoscimento personale, avendo distanziato Vlahovic di otto marcature, 23 contro 15. Continua ad avere qualche problema dagli undici metri (un errore anche con l’Atalanta), ma alla fine ha timbrato il cartellino quasi sempre, rigori o meno. Nel finale di stagione potrebbero influire alcuni fattori in direzioni opposte. Da un lato, il distacco dei nerazzurri sulla seconda potrebbe permettere di vincere il tricolore con largo anticipo, concentrandosi sugli obiettivi personali come il titolo di re dei bomber, dall’altro un’eventuale qualificazione ai prossimi turni in Champions potrebbe consigliare a Inzaghi qualche tappa di pausa in campionato per le stelle della squadra, tra cui lo stesso Martinez, riducendo le possibilità di andare a bersaglio.
Nel mirino non c’è solo il primo posto nella speciale graduatoria. In passato il connazionale Higuain e l’azzurro Immobile sono riusciti a toccare entrambi quota 36 reti in un singolo campionato, record all-time che Lautaro potrebbe centrare mantenendo la sua altissima media gol. Ha dodici partite a disposizione, dovrebbe mettere a segno qualche marcatura multipla e non fermarsi praticamente mai, ma l’impresa è possibile. Gliene basterebbero 33 per eguagliare Antonio Valentin Angelillo, l’interista che per anni ha avuto in mano quel primato (prima di Higuain e Immobile) e che tuttora è in testa considerando solo il club nerazzurro. Più avanti nel tempo, qualora dovesse restare a Milano, ci saranno altri traguardi da poter centrare. Nella classifica dei marcatori all-time dell’Inter, Lautaro è settimo a 126. Ha da poco superato Icardi a 124 e punta Nyers a 133, primo tra i giocatori stranieri. Superato il prossimo ostacolo avrebbe davanti solo Lorenzi (143), Mazzola (162), Boninsegna (173), Altobelli (209) e Meazza (284).
Per raggiungerli e magari superarli dovrebbe restare a Milano. Ha un contratto fino al 2026, sta lavorando con la dirigenza per prolungare fino al 2028 con un ingaggio ritoccato fino a otto milioni più bonus per arrivare a dieci. In passato c’è stata l’opportunità di lasciare l’Inter quando il Barcellona strappò un accordo economico all’entourage della punta, ma non alla società. Lautaro non forzò mai la mano e alla fine i blaugrana rimasero con un palmo di naso. L’estate scorsa ci hanno provato dall’Arabia e il "no" è stato netto. La partenza di Mbappé dal Paris Saint-Germain apre scenari per i più forti centravanti al mondo, se non fosse che oggi la prima opzione di Lautaro (per ammissione dell’agente) è l’Inter di cui è diventato un pilastro. Entro l’estate è probabile una fumata bianca.