MATTIA TODISCO
Sport

Fontana, bagno di gioia. Il ruggito della Vittoria: "Una giornata d’oro. Ai Mondiali per stupire»

L’atleta lombarda mette alle spalle gli infortuni col trionfo sui 200 alle Universiadi "Due anni tra lesioni e riabilitazione, ma in allenamento sentivo che sarei tornata. A Tokyo correrò anche in staffetta, siamo una squadra che può fare molto bene".

Vittoria Fontana all’arrivo nella finale dei 200 metri alle Universiadi

Vittoria Fontana all’arrivo nella finale dei 200 metri alle Universiadi

Il chiarore degli occhi è naturale, nello sguardo di Vittoria Fontana. Guardano l’orizzonte scorgendo finalmente un cielo azzurro, oltre il grigio di intoppi e infortuni. Nel riflesso c’è il colore dell’oro conquistato alle Universiadi due giorni fa, sui 200 metri a Bochum (Germania), in una gara vinta con le sue caratteristiche. Una progressione costante chiusa col personal best di 22.79. "In generale sono cauta in partenza, essendo alta prediligo il lanciato, per cui vengo fuori dopo la curva - racconta la velocista di Gallarate -. Mi sentivo bene già dalla semifinale, dove ho gestito le forze perché da tanti anni non faccio tre turni di gare, a causa dei vari infortuni. Pensavo di essere stanca e invece sui blocchi c’erano buone sensazioni. Ho fatto alcuni errori, la partenza poteva essere più decisa. Però avevo una buona corsia e di fianco a me un’avversaria, la Pointet (seconda, ndr), di cui conoscevo le caratteristiche".

La voce è giù: troppe urla di gioia? "Non proprio. Dalla vigilia della finale ho un po’ di raffreddore, per fortuna mi è venuto dopo la batteria in cui abbiamo preso un bel po’ di freddo. Adesso a casa mi curerò".

Si aspettava questo exploit? "Non volevo nemmeno correre perché non mi sentivo in forma. Ho avuto problemi di stomaco perché si mangia malino, sono state giornate complicate. Però in allenamento stavo facendo dei buoni tempi, quindi il risultato ne è il riflesso. Certo, tra allenamento e gara c’è un abisso, ma sapevo che era questione di tempo e sarebbe arrivata la giornata giusta".

Quindi raffreddore e stomaco: come se non bastassero gli ostacoli degli ultimi due anni. "Nel 2023 ho avuto una lesione al tendine d’achille che non ho curato subito perché era nel mezzo della stagione: ho sempre corso col dolore. L’anno scorso è stato pesante perché a gennaio ho avuto un distacco del bicipite femorale piuttosto importante, ero lì lì per operarmi e provare a ridurre i tempi, ma me l’hanno sconsigliata perché avrei perso elasticità. La scelta era provare ad andare a Parigi o rimettermi in sesto con calma. Abbiamo deciso per la seconda opzione, ma solo il 7 novembre scorso mi hanno detto che ero a posto e potevo riprendere a pieno ritmo, quindi ben dopo i Giochi. Ho fatto tanta riabilitazione e le spinte che hai in gara sono difficili da ricreare in allenamento mentre cerchi di recuperare. Sentivo sempre dolore, quindi ho deciso di continuare a curarmi".

Scelta giusta? "Anche avendo saltato Parigi, sono convinta di sì. Per noi l’elasticità è fondamentale, rischiare di perderla o sentirlo diverso sarebbe stato deleterio. Non sarei tornata a correre così. Il corpo ha bisogno dei suoi tempi".

E adesso? "Ci sono gli Assoluti e cercherò di arrivarci fresca. Questa vittoria mi ha portato molto su nel ranking per Tokyo, ma mi manca il minimo di gare per entrarci. Voglio pensare alla prossima e poi fare un periodo di allenamento, tanto i Mondiali sono a settembre. Farò 200 e 4x100. Mi sarebbe piaciuto correre sui 100 quest’anno, ma mi sentivo più sicura a concentrarmi su una cosa sola".

Cosa dobbiamo attenderci dall’Italia? "Questo movimento sta crescendo molto, soprattutto sulla spinta dei Giochi del 2021. Abbiamo capito che possiamo arrivare dove nemmeno pensavamo. Sono molto contenta dei risultati delle più giovani, la nostra staffetta 4x100 può fare veramente bene. Siamo molto competitive. Il 24 agosto abbiamo un raduno per finalizzare i cambi e le posizioni in staffetta. Nelle ultime due gare ho fatto la prima frazione, mi è piaciuta ma non è quella in cui mi sento più libera potenzialmente. Ciò nonostante ho fatto un buon parziale. Tutto il movimento, in generale, può dare una grande spinta".

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