
Un derby tra Milan e Monza che rievoca i ricordi di Berlusconi e Galliani, tra successi passati e sfide attuali.
Dalla “Cavalcata delle Valchirie“ al rumore della rabbia e del silenzio. Dall’atterraggio in elicottero all’Arena sulle note di Wagner, quasi 39 anni fa, alle luci soffocate dalle ombre di San Siro, domani sera. Nel mezzo, la storia per Milan e Monza: derby atipico, tra il passato e le sue memorie, il presente e le sue scorie. Derby a tutti gli effetti nel ricordo di Silvio Berlusconi. Sul finire di un maggio in cui riecheggiano ancora, per forza e con forza, date simili, trionfi diversi, stesse emozioni per Adriano Galliani: "29 maggio 2022, prima promozione del Monza in Serie A dopo 110 anni di storia. 18 maggio 1989, prima vittoria della Coppa dei Campioni col Milan, contro la Steaua Bucarest", la sua risposta a chi gli chiedeva i ricordi più belli nel pensare al Presidente, cui ha sempre dato del lei.
Il 24 maggio, invece, sarà pieno di ruggini, tra un Diavolo senza Europa l’anno prossimo e l’ultimo atto in Serie A per i brianzoli già retrocessi. A Galliani "passerà la vita calcistica davanti". Dal tetto del mondo a Tokyo e Yokohama, fino a Piancastagnaio e Fano. Barcellona, Atene; Gorgonzola, Meda. In poco più di trent’anni di Milan, ventinove trofei. Il trentesimo in biancorosso: la promozione in B. Quello della lode, la Serie A. La scintilla nel 1979: "Primo novembre, vengo invitato a cena da Berlusconi, ero un suo fornitore, non lo conoscevo. Mi chiede - ha raccontato in passato Galliani - se sono in grado di fare tre reti televisive nazionali con la mia società, Elettronica industriale. Dico di sì, mi risponde che ci crede". Galliani era già nel calcio: Monza, ovviamente. Il primo acquisto nel 1975, "mercatino di novembre, scambio col Palermo: a loro Peressin, a noi Braida". Quel Braida con cui, anni dopo, scapperà via dai tifosi inferociti dello Sporting Lisbona nascondendo il contratto di Rijkaard.
Anche Berlusconi “masticava“ calcio: "Quando allenavo l’Edilnord, i miei ragazzi facevano diciassette passaggi consecutivi, nascondendo la palla agli avversari". Al Milan il primo acquisto è Donadoni che arriverà ad allenare la Nazionale. Intuizioni a quintali a partire dalle panchine: Sacchi dal Parma in Serie B, Capello dopo la gavetta nella polisportiva Mediolanum, il "perdente di lusso" Ancelotti, tra gli altri. Il Milan delle bandiere Baresi e Maldini. Il Milan dei Palloni d’oro, su tutti quel Van Basten che "quando lo vedo, mi inginocchio ancora. Lui ride, ma io gli dico che per me è come la Madonna", Galliani dixit. E "simbolo della bellezza del calcio", Berlusconi dixit. Un Milan "sacro, le altre cose di cui mi occupo sono profane. Santità - disse Berlusconi a Giovanni Paolo II - mi lasci dire che lei somiglia al mio Milan. Porta nel mondo un’idea vincente. Che è l’idea di Dio".
Vincente, parola d’ordine anche a Monza. E parole su tutto, comprese le cortine di cedri deodara da piantare a Monzello. Qui arrivano Boateng e Balotelli, da qui prendono il volo Di Gregorio (Juventus), Carlos Augusto e Frattesi (Inter), il pupillo Colpani (Fiorentina), il nipote di Cesare e figlio di Paolo, Daniel Maldini (Atalanta). Qui arriva una Serie A dal profumo mai respirato: "Dobbiamo continuare a sognare, puntare allo scudetto e alla Coppa dei Campioni". Tutt’altro, in quest’ultimo atto. Con Nesta che tornerà a San Siro: "Dispiace che il Milan sia in questa situazione, spero la risolvano, rimarrà sempre nel mio cuore. A Monza è andata così, faremo le giuste riflessioni". Con i tifosi rossoneri che protesteranno in via Aldo Rossi e resteranno allo stadio solo un quarto d’ora, per poi andare via, mentre la curva monzese ha già annunciato che non ci sarà. Col Monza che dovrebbe vedere nuovi ingressi in società a breve, con un Diavolo in fase di ricostruzione (imminente l’arrivo di Tare come ds) e a caccia di punti che evitino il nono posto. Altri tempi, altre storie.
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