GIULIO MOLA
Sport

Figlio mio, quanto mi costi. Prezzi lievitati per scuole calcio e corsi sportivi

Rette aumentate un po’ ovunque anche a causa della Riforma dello sport. Però a Milano si paga meno che a Roma

"Carissima" scuola calcio

"Carissima" scuola calcio

Milano – Costa sempre di più praticare un’attività sportiva in Italia e soprattutto in Lombardia. Una “mazzata“ che si aggiunge alla stangata autunnale (+2.924,70 euro a famiglia tra bollette, materiale scolastico, libri e riscaldamento), dopo il rialzo in primavera ed estate dei prezzi dei carburanti e degli alimentari (+2.180,20 euro). Ora a gravare sulle tasche di mamma e papà sono i costi delle varie discipline per i ragazzi: considerando le spese per corsi e attrezzatura, è ormai quasi un lusso praticare a livello agonistico il nuoto (costo complessivo di 1.054 euro), il tennis (962 euro l’anno) e appunto calcio (in media 910,80 euro l’anno).

E se da un lato Milano può “vantarsi“ perché a Roma per iscriversi a una Scuola Calcio si spende di più, dall’altro i numeri dicono che anche inseguire il pallone ha un suo prezzo: dai 300 ai 1.200 euro, ai quali vanno aggiunti scarpini e kit. Insomma, tutto compreso (anche i biglietti per le partite, dai 2 ai 5 euro, dipende dalle categorie) si possono sborsare alla fine tra i 1.500 e i 2.000 euro a stagione. Un vero e proprio salasso, che si moltiplica se poi la famiglia è allargata e tutti i figli sono sportivi.

Del resto il calcio resta lo sport più praticato a livello giovanile sulla base dei numeri dei vari comitati provinciali del Coni. Scendendo nei dettagli, emergono anche altri numeri: iscrivere il proprio figlio ad una scuola calcio o comunque farlo partecipare ad un campionato, dai “Primi Calci“ e “Piccoli Amici“ fino alla soglia dell’under 19 (Juniores) può costare meno in periferia o in provincia (appunto, 300 euro l’anno a cui aggiungere poco più di 100 euro per il kit), mentre nelle città la cifra oscilla fra i 550 euro fino a sfondare in qualche caso il muro dei mille euro (però con il kit incluso nel prezzo e uno sconto per il secondo figlio). È anche vero, per non alleggerire troppo il portafoglio, che in qualche caso i genitori possono beneficiare di tariffe ridotte se decidono di saldare in un’unica soluzione.

In realtà, come certificato dagli ultimi “report“, gli aumenti sono stati graduali ma costanti dalle annate post-Covid, con le società dilettantistiche (761 Scuole Calcio Élite, 606 Scuole di Calcio e 5.257 Centri Calcistici di base”) costretti ad aumentare le rette per le famiglie per varie ragioni: agli aumenti delle spese fisse e alla fuga degli sponsor, si sono aggiunti dalla stagione sportiva 2023-2024 i nuovi carichi burocratici provocati dalla Riforma dello Sport e la necessità di investire in veri e propri staff tecnici.

Ovviamente per evitare di chiudere i cancelli dei centri sportivi si è reso necessario aumentare le quote d’iscrizione. Spiegando alle famiglie che altrimenti non si potevano far quadrare i conti. "L’impatto della Riforma dello Sport è stato devastante - spiegano in coro i dirigenti di alcune società lombarde -. L’incremento delle rette è solo una goccia nel mare. Sono stati sbagliati tempi e modalità della riforma, ci dovevano dare il tempo per prepararci".

A tormentare il sonno delle società è anzitutto l’introduzione della figura del “collaboratore sportivo”, per il quale sono previsti contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) con annessi adempimenti e versamenti di contributi previdenziali e assistenziali. E poco importa che gli ultimi correttivi alla riforma abbiano previsto la distinzione fra il lavoratore sportivo e il volontario, per il quale viene mantenuto il pagamento tramite rimborso spese. Per il resto, fra parcelle del commercialista e adempimenti fiscali inediti, il mondo del calcio dilettantistico è alle prese con una “piccola rivoluzione” . Così si è pensato di correre ai ripari, prevedendo un’impennata delle spese.

A quanto ammontano gli aumenti è presto detto: non esiste una cifra standard, si parte in qualche caso da 10 euro (passando da 290 a 300 euro ma raccogliendo anche 30-40 iscrizioni in più e aumentando le squadre di una determinata annata) ai 25-50 euro all’anno. Questi sono gli aumenti più contenuti. Non mancano però situazioni in cui si superano i 100 euro in più rispetto alla stagione precedente. Con le conseguenti lamentele delle famiglie in qualche caso costrette a dirottare i ragazzi in altre strutture più “economiche“.

Come detto sul gradino più alto del podio degli aumenti non c’è Milano, perché parlando delle metropoli i picchi maggiori si registrano nella Capitale, dove le Scuole Calcio chiedono davvero sforzi enormi alle famiglie, visto che la spesa minima è di 600 euro (solo 5 società fanno pagare da 0 a 99 euro). Molto meglio nelle città del sud, con un costo medio che si aggira sui 200 euro, con punte di 450 euro in qualche caso.