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E' in Coppa d'Africa, si fa sostituire all'esame: il trucco (fallito) di Mostafa Mohamed

Il giocatore dell'Egitto si sarebbe fatto rimpiazzare da un "sosia", scoperto da un componente della commissione

Mostafa Mohamed dopo un gol segnato con il Galatasaray

La giustificazione, in questo caso, non può essere considerata valida. Anche se chi l'ha "presentata" sta difendendo i colori della propria Nazionale in una competizione calcistica di primo livello. Mostafa Mohamed, 24 anni, attaccante della squadra turca del Galatasaray, attualmente impegnato in Coppa d'Africa con la maglia dell'Egitto, avrebbe chiesto a un suo "sosia" di sostenere un esame al suo posto all'università del Cairo.

Quell'appuntamento con i professori per superare una tappa ulteriore nel proprio percorso di studi era evidentemente considerato troppo importante da Mohamed, impegnato a conciliare gli impegni calcistici con i corsi all'istituto superiore di Management e Tecnologia dell'informazione di Abou el Nomros. Peccato che la data dell'esame coincidesse con i giorni in cui il calciatore sarebbe stato in Camerun, a giocare la Coppa d'Africa con l'Egitto, fra le nazionali favorite per la vittoria finale.

Da qui l'idea, all'apparenza "geniale": chiedere a un amico che gli somiglia (quanto non è dato sapere) di sostituirlo e di sottoporsi al fuoco di fila delle domande dei professori al suo posto. Peccato che uno dei componenti della commissione d'esame, come raccontano i media egiziani che hanno portato alla luce la vicenda, fosse appassionato di calcio e avesse notato che la persona che si trovava loro davanti non era il giocatore ex Zamalek che vanta 11 presenze in Nazionale. Il docente "calciofilo" ha chiesto al presunto Mohamed di mostrargli i documenti, in modo da accertare la sua identità. Il giovane, a quanto pare, si è rifiutato.

E' scattato così un provvedimento di fermo. A quel punto lo "studente" ha ammesso di essere un amico di Mohamed e di averlo sostituito sui banchi, proprio per la sua indisponibilità. A questo punto nella vicenda si sovrappongono due versioni. Quella dei vertici della Nazionale dei Faraoni che hanno sostenuto come l'attaccante, saputo dell'intoppo sul calendario, avesse cercato di posticipare l'esame. E che non sapesse assolutamente dell'aiuto portatogli dall'amico. Dichiarazioni che contrastano con le notizie pubblicate dai giornali egiziani, che hanno parlato dell'ammissione del finto Mohamed, di altri esami sostenuti dall'amico al posto del giocatore e del collegamento che ci sarebbe fra i due. Vivrebbero entrambi nella stessa strada della città egiziana di Giza.

Dalle forze dell'ordine, al momento, non arriva in alcun momento.