Artem Dzyuba, capitano della Russia, dice No alla Nazionale. "Ha parenti in Ucraina"

La spiegazione del ct Valery Karpin dopo il rifiuto della convocazione da parte del bomber dello Zenit. Che sui social prova a smentire: "Voglio solo stare con la famiglia"

La guerra in Ucraina, popoli fratelli che si combattono, un cuore "diviso in due", le conseguenze sullo sport. E un "mistero". Sono gli ingredienti della storia di Artem Dzyuba, monumento del calcio russo e capitano della Nazionale, che ha chiesto di non essere convocato per lo stage in programma a fine mese. Il motivo? "Ha parenti in Ucraina" ed è preoccupato per la loro sorte, ha affermato il commissario tecnico Valery Karpin, lui stesso ex giocatore con 72 presenze nella selezione russa, dopo un colloquio con Dzyuba. Una versione parzialmente smentita dal giocatore, bomber dello Zenit San Pietroburgo, una delle squadre più forti del Paese. Che ha preferito parlare di "desiderio di passare più tempo con la famiglia" senza voler entrare in "questioni politiche". 

La voce del commissario tecnico

A rendere nota la notizia dell'assenza di Dzyuba allo stage è stata la Federazione calcistica russa. Il ritiro è in programma a Mosca, dal 21 al 27 marzo. "Domenica abbiamo parlato con Artem al telefono, ci ha assicurato che vuole davvero giocare per la Nazionale - ha riferito il selezionatore russo Valery Karpin - Ma, per ora, a causa della difficile situazione in Ucraina, dove si trovano molti dei suoi parenti, si è scusato e ha chiesto di non convocarlo per il ritiro della Nazionale a causa di circostanze familiari. Abbiamo deciso di rimanere in contatto con lui e continueremo a seguire le sue prestazioni in campionato".

La serie A russa, infatti, nonostante il conflitto in corso sta proseguendo con lo Zenit, proprio la squadra di Dzyuba, davanti a tutti in classifica. Fuori dalle competizioni europee e mondiali, invece, i club così come la Nazionale, per effetto di decisioni di Fifa e Uefa prese il 28 febbraio.

La risposta di Dzyuba

Dzyuba, classe 1988, è il miglior marcatore nella storia dei campionati russi e il miglior realizzatore nella storia della Nazionale di calcio russa. Il padre dell'attaccante è originario di Lubny, nella regione di Poltava, ha lavorato come poliziotto e giocato a calcio nei campionati regionali. Il calciatore è stato di recente criticato pubblicamente da Vitaliy Mykolenko, terzino ucraino dell'Everton, che lo ha accusato di non prendere posizione sulla guerra. Pronta la risposta del centravanti, che a sua volta ha accusato Mykolenko di indirizzare facili accuse dal caldo dalla sua confortevole poltrona in Inghilterra. Anche Andriy Yarmolenko del West Ham United si è schiearto contro di lui, chiedendogli di prendere posizione sul conflitto in corso. "Sono contro ogni guerra. La guerra fa paura. Ma sono anche contro l'aggressività e l'odio umano che ogni giorno diventa sempre più preoccupante", aveva replicato  Dzyuba sui social.

Questo prima che trapelasse la notizia del suo "niet" allo stage con la Nazionale. A cui è seguita una mezza smentita da parte del capitano. "Preferisco non partecipare non per questioni politiche - ha gatto sapere - non voglio entrare nei dettagli. In questo periodo vorrei solo trascorrere del tempo con la mia famiglia. Mi sembra ci sia stato un malinteso: o Valery Karpin mi ha frainteso o le sue parole sono state interpretate male".

Stop al ricorso

Intanto il Tas ha respinto il ricorso della Federcalcio russa contro le sanzioni dell'Uefa che ha sospeso tutte le squadre e i club russi dalle sue competizioni. "La decisione impugnata rimane in vigore tutte le squadre e i club russi continuano ad essere sospesi fino a quando non si deciderà nel merito". Per quanto riguarda le sanzioni Fifa il Tas fa sapere che una decisione arriverà "entro la settimana".