Coppa America, vince l'Argentina: 1-0 al Maracanà sul Brasile

Si rompe la maledizione di Messi con la Nazionale, Di Maria gli regala il primo trofeo

L'Argentina vince la Copa America contro il Brasile

L'Argentina vince la Copa America contro il Brasile

La finale più attesa, la sfida più sentita: Argentina-Brasile è il “derby” più caldo del Sud America, la rivalità calcistica per eccellenza da Maradona e Pelè a Messi e Neymar. A spuntarla alla fine è l'Argentina: basta una rete di Angel Di Maria per siglare il successo sul Brasile 

Il primo tempo

La quarta finale nella storia della Coppa America tra Argentina e Brasile (all’albiceleste la prima, poi due trionfi verdeoro) vale molto più del già prestigioso titolo di campione sudamericano: vincere beffando in finale proprio i rivali di sempre, renderebbe epica una vittoria già di per sé storica. Per questa delicata sfida l’allenatore della “Selecao”, Tite, si affida agli stessi 11 che martedì notte aveva mandato in campo contro il Perù: Ederson in porta, la linea a quattro formata da Danilo a destra, Renan Lodi a sinistra, Thiago Silva e Marquinhos centrali. Davanti alla difesa Fred e Casemiro a fare da schermo. Dietro all’unica punta Richarlison, Neymar Everton e Paquetà a supporto. Lionel Scaloni risponde con Emiliano Martinez, davanti a lui Montiel, Romero, Otamendi e Acuna. A centrocampo Di Maria, De Paul, Paredes e Lo Celso a supporto del tandem d’attacco Messi Lautaro Martinez.  

Al Maracanà di Rio de Janeiro, la tensione è palpabile. E, come spesso accade, quando la posta in palio è così alta, la partita ne risente. Il gioco, già dalle primissime battute, è continuamente spezzettato dai fischi del direttore di gara uruguaiano Ostojich. La ferocia con cui i giocatori di entrambe le squadre si lanciano contro il portatore di palla porta anche calciatori di grande qualità a errori tecnici ai quali non ci hanno abituato. Al 12’ il Brasile piazza il primo (e unico) squillo del suo primo tempo. Tutto nasce da un lancio dalla retroguardia brasiliana verso l’area avversaria, Richarlison va in cielo e, di testa, gioca una sapiente sponda per l’inserimento di Neymar. Il 10 prova a calciare di prima intenzione ma viene bloccato dai centrali argentini. La finale, fino alla metà del primo tempo, continua a viaggiare sul filo dell’equilibrio. Ma all’improvviso, al 21’ minuto, arriva il vantaggio dell’Argentina: De Paul, nei pressi del cerchio di centrocampo, con un lancio di 30 metri premia l’inserimento di Angel Di Maria che, sfruttando il liscio di Renan Lodi, beffa Ederson con un dolcissimo pallonetto. “El Fideo” non segnava da tre anni in nazionale. Neymar e compagni provano a organizzare una reazione ma continuano a sbattere contro l’attenta difesa organizzata dal ct Scaloni. Il primo tempo si chiude dunque con pochissime emozioni, ma con l’Argentina in vantaggio.

Secondo tempo

Il secondo tempo si apre con Tite che da un chiaro messaggio ai suoi: fuori Fred, centrocampista di rottura (peraltro ammonito) dentro Firmino, attaccante del Liverpool . La seconda frazione di gioco, se possibile, diventa ancora più sporca e spezzettata della prima. Il Brasile al 53' troverebbe anche il pareggio con Richarlison, ma l’assistente lo pesca in posizione irregolare e annulla la rete. Pochi minuti più tardi è ancora il centroavanti dell’Everton, il migliore dei suoi, a rendersi pericoloso ma Martinez è attento sulla sua conclusione potente. Più il cronometro si avvicina al 90' e più l'atmosfera si scalda. Il match si trasforma in una corrida, con ben 7 giocatori ammoniti nel corso della ripresa e poco calcio. 

Il Brasile, con la forza della disperazione, negli ultimi minuti prova a caricare a testa bassa. Come nel resto del match però, i verdeoro non riescono a organizzare un attacco realmente pericoloso alla porta argentina e creano occasioni in situazioni casuali. Come all'86esimo, quando, sugli sviluppi di un corner, Gabigol (buttato nella mischia nel finale da Tite per aumentare il peso offensivo della sua squadra) si ritrova a centroaria una palla a mezza altezza che gira verso la porta, Emiliano Martinez però fa buona guardia e sventa il pericolo. Nel finale ci sarebbe spazio anche per il 2-0: Messi prima e De Paul poi, falliscono il match point a due passi da Ederson. Poco importa, perchè dopo cinque minuti di recupero arriva il triplice fischio che mette fine a una maledizione durata 28 anni per l'Argentina. Una finale non indimenticabile per quanto visto in campo ma che nella storia della rivalità tra i due Paesi difficilmente verrà scordata