
Bambini in campo senza allenatore e in totale autogestione
Dopo l’autoarbitraggio (succede dal 2011 nella categoria dei “pulcini“ grazie ad una felice intuizione di Gianni Rivera) un altro passo importantissimo nel calcio dei piccoli: l’autogestione. E’ la Juventus che ha spianato la strada per quella che, per impatto e valore umano e sociale, potrebbe essere una grande opportunità per il mondo del pallone. Un’idea tanto clamorosa quanto rivoluzionaria e che anche formazioni lombarde vorrebbero seguire. Intanto si è creato un importante precedente: tutto è accaduto in un torneo patrocinato dal Comune e dall’Università di Messina, che ha ospitato ben 41 squadre provenienti da otto regioni (Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Toscana, Lombardia e Piemonte). L’esperimento voluto dal responsabile tecnico dell’attività di base dei bianconeri, De Ceglie, è stato “testato“ con le formazioni U10 (“pulcini“) e U12 (“esordienti“) dell’Academy: tecnici in tribuna coi genitori, per dare la possibilità ai ragazzi di prendere decisioni in autonomia e affermare le leadership interne
Quindi tutti in campo senza allenatore, in totale autogestione non solo per la disposizione in campo ma anche per la scelta de i cambi durante la partita. In circostanze come queste, dovendo prendere le decisioni in autonomia, le due squadre hanno sviluppato un senso di responsabilità applicato alla manifestazione e valorizzato la leadership interna al gruppo. Tra l’altro il campo ha premiato la scelta visto che l’Under 10 ha vinto il torneo riservato a quella categoria mentre l’under 12 ha raggiunto i quarti di finale.
Ora anche alcune società lombarde vorrebbero seguire l’esempio per far crescere i giovani atleti anche sul piano gestionale e dell’autodisciplina. Sempre con un obiettivo davanti a tutti: il sano e genuino divertimento dei ragazzini. E poi rendere indipendenti i giocatori in grado di prendere decisioni “sotto pressione” forma comunque giocatori adulti migliori.