MATTIA TODISCO
Sport

Affari e amarcord in laguna. L’Inter domani a Venezia. Marotta, tuffo nel passato pensando al... mercato

L’attuale presidente nerazzurro portò Recoba in Veneto nel ’99 e si salvò. Domani lo scontro diretto per mettersi alle spalle la sconfitta in Supercoppa. Al Penzo osservati speciali Oristanio e Nicolussi Caviglia in vista dell’estate.

L’attuale presidente nerazzurro portò Recoba in Veneto nel ’99 e si salvò. Domani lo scontro diretto per mettersi alle spalle la sconfitta in Supercoppa. Al Penzo osservati speciali Oristanio e Nicolussi Caviglia in vista dell’estate.

L’attuale presidente nerazzurro portò Recoba in Veneto nel ’99 e si salvò. Domani lo scontro diretto per mettersi alle spalle la sconfitta in Supercoppa. Al Penzo osservati speciali Oristanio e Nicolussi Caviglia in vista dell’estate.

Chiedetelo pure, a Beppe Marotta, cosa ne pensa del mercato di gennaio. Da esperto navigante nelle camere delle compravendite, il presidente dell’Inter vi dirà che difficilmente si piazza il colpo della vita. Si deve cogliere l’occasione e ventisei anni fa, settimana più o settimana meno, Marotta ne colse una che valse la salvezza al Venezia. Prese Alvaro Recoba dall’Inter, per sei mesi. Voleva acquistare Giunti, in realtà, ma l’affare saltò in extremis e l’allora dirigente dei veneti virò sull’urugaiano. Che fece magie, trascinando i suoi alla salvezza. Era il 1999 e pochi giorni prima (proprio il 10 gennaio) lo scontro diretto tra i nerazzurri e il Venezia al Meazza era finito con un eloquente 6-2.

Il Veneto è una delle molteplici tappe del Marotta dirigente, poi transitato attraverso tante altre piazze, dalla Genova doriana alla Torino bianconera, fino al presente milanese, lui che ha natali lombardi (varesini). In laguna trovò un vulcano, di idee e sfuriate, come Maurizio Zamparini. Chissà se immaginava che un giorno sarebbe stato presidente anche lui, all’Inter, responsabile assieme al resto del management di un’area sportiva che negli ultimi anni ha fatto proprio delle occasioni la fortuna più grande. Ha rastrellato parametri zero che hanno cambiato il corso degli eventi, da Calhanoglu a Thuram, passando per Mkhitaryan, gente esperta e forte, sebbene anagraficamente lontana dagli obiettivi che Oaktree imporrà per le future sessioni.

A gennaio di occasioni non se ne cercheranno nemmeno, se non davanti a circostanze simili a quelle che un anno fa imposero un acquisto in più, quello di Buchanan, per sopperire al grave infortunio patito da Cuadrado. Per l’estate, invece, le strade del mercato interista potrebbero incrociarsi proprio con quelle del Venezia. I club hanno collaborato con reciproca soddisfazione nel 2024 per il passaggio alla corte di Eusebio Di Francesco di due giovani talenti. Uno è Filip Stankovic, che in caso di salvezza in A farà scattare l’obbligo di riscatto in favore dei veneti. Il secondo è Gaetano Oristanio: è già di proprietà del Venezia a titolo definitivo, pagato 5 milioni di euro con il 50% sulla rivendita in favore dell’Inter. Il che significa che se da via della Liberazione decideranno di riprenderselo (idea non così peregrina viste le caratteristiche diverse dagli attaccanti della rosa di Inzaghi e la possibilità di tesserarlo come elemento cresciuto nel vivaio) spenderanno molto meno delle altre potenziali acquirenti.

Non solo. In estate potrebbe cambiare qualcosa anche a centrocampo, dove l’Inter sta valutando il futuro di Frattesi, che vorrebbe andarsene già a gennaio, ma non trova chi è disposto a mettere 45 milioni di euro sul piatto. A bocce ferme si farà un punto anche con Asllani, che sta faticando a decollare come vice-Calhanoglu. Dovesse partire, ci sarebbe da sfogliare la margherita dei possibili sostituti. Nelle ultime settimane è entrato a far parte della lista Hans Nicolussi Caviglia, 24 anni, passato lo scorso agosto dalla Juventus al Venezia per 5 milioni. Ne guadagna 200mila netti l’anno, più che un ingaggio sostenibile un vero e proprio affare, soprattutto per uno che ha già segnato tre gol e due assist nella stagione in corso.

Quello di domani al Penzo (ore 15, Inzaghi è in emergenza visto che con Calhanoglu restano a casa Bisseck vittima di una distrazione muscolare agli adduttori della coscia sinistra e Mkhitaryan per un affaticamento) sarà quindi un esame in chiave futura, per lui e Oristanio, se l’attaccante riuscirà a recuperare dal problema accusato settimana scorsa con l’Empoli. Troveranno un’Inter arrabbiata, spinta dalle parole pronunciate da Marotta davanti al gruppo tra le mura di Appiano Gentile. Il primo obiettivo, infatti, è oggi ben più in alto rispetto ai propositi estivi ed è vincere per lasciarsi alle spalle l’amara trasferta araba.

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