Grazie degli ortaggi: l'irresistibile parabola del Festival di Sanscemo

La kermesse dedicata alla musica demenziale, nata quasi per scherzo, arrivò a "sfidare" l'appuntamento dell'Ariston in tv

Dario Vergassola, vincitore nel 1992

Dario Vergassola, vincitore nel 1992

Per anni ha rappresentato il controcanto, nel vero senso della parola, dell'appuntamento dell'Ariston. Il festival di Sanscemo, a metà degli anni '90, con una coda amarcord all'inizio del nuovo secolo, è stato l'altra faccia della medaglia di Sanremo. Quanto uno era istituzionale, paludato e formalmente impeccabile, l'altro era sguaiato, dissacrante e rozzo. Eppure, fino a che è durato, Sanscemo ha riscosso una buona dose di successo, finendo addirittura in televisione, come il suo omologo ben più famoso. Poi Sanremo ha aperto le sue porte a Elio e le Storie Tese, il gruppo milanese considerato erede degli Skiantos, padri nobili dell'evento “sanscemese” e, quasi simbolicamente, per la manifestazione che sdoganò il lancio degli ortaggi sul palcoscenico fu l'inizio del declino. Gli Elii, del resto, pur irriverenti e sboccati, sono sempre stati più commestibili delle band transitate per Sanscemo, Skiantos in primis, che hanno sempre fatto della ruvidezza senza compromessi una loro cifra.

Ortaggi e lustrini

E' anche vero che da Sanscemo sono passati artisti e gruppi che poi sono riusciti a fare breccia, a modo loro, nell'universo mainstream. L'edizione del 1992, per dire, fu vinta da Dario Vergassola, il comico spezzino oggi presenza fissa in Rai, allora alfiere di un cantautorato intimista frullato in chiave comica, con testi dedicati alle sue sfighe amorose. Significativo il brano che gli regalò il successo. “Marta (Mario)” è la storia di un tradimento rivelato dalla fidanzata alla voce narrante della canzone, fra confessioni sofferte e ricordi di scappatelle in settimana bianca. Altri nomi noti? Andy Luotto, comico dal tocco stralunato, fu il presentatore della prima edizione vinta dal torinese Marco Carena con “Ti amo”, folle dichiarazione d'amore per voce e chitarra. Leone di Lernia, interprete sulla breccia dagli anni '70 rilanciato a cavallo fra i due secoli dalle sue apparizioni allo Zoo di 105 e dalle sue cover in dialetto pugliese delle hit dance anni '90, fu fra gli ospiti dell'edizione '93. Ancora, il disegnatore satirico Stefano Disegni con la sua band gli Ultracorpi. Oppure Tony Tammaro, vincitore nel 1993 con "E v'a facite appere", cantante napoletano diventato personaggio di culto nel sottobosco underground a partire dagli anni '80, grazie ai suoi lavori ufficiali ma anche ai nastri duplicati su cassetta in cui venivano registrati i suoi pezzi parodistici, densi di riferimenti alla Napoli più popolare. E non potevano mancare gli Skiantos del compianto Roberto Freak Antoni, ospiti fuori concorso nella prima edizione, poi di nuovo sul palco nel 2001, anno del ritorno della manifestazione, quando Roberto, il genio freak di “Mi piaccion le sbarbine” ed “Eptadone”, si sdoppiò anche nel ruolo di presentatore.

L'irriverenza al potere

L'inventore del carrozzone di Sanscemo è Paolo Zunino, musicista che alla fine degli anni '80, con un'idea fra l'incosciente e il lungimirante, si mette in testa di organizzare un evento che porti sul palcoscenico il meglio della canzone demenziale italiana. “Avevo la musica nel cuore e volevo uscire dai canoni, fare qualcosa di diverso”, dice in un'intervista pubblicata sul blog “Lsdbangs”. Ci riuscirà. Sfruttando le migliori energie di Torino, sua città natale e per anni fra le culle dell'underground italiano. Il logo è un pomodoro spiaccicato su un lp. Per la sede della kermesse si punta in alto. Sanremo ha l'Ariston? Sanscemo punta sul Palasport di Torino, ribattezzato per l'occasione Palacavolfiori. E' una scelta azzeccata. L'impianto si riempie. In settemila si ritrovano a insultare e lanciare verdura marcia a cantanti e band sul palco. Ma soprattutto si divertono moltissimo. E' l'inizio di una cavalcata a rotta di collo durata sei anni. Se ne accorgono anche la tv. Rai 2 trasmette l'edizione numero due in seconda serata. La benemerita Videomusic, riserva indiana e “indie” nella tv degli anni '90, raccoglie il testimone per le rassegne successive. Nel '96, ultima edizione prima della pausa di riflessione, tocca a Rai 3. Al timone, come conduttori, ci sono Andy Luotto, di ritorno dopo il boom del debutto, e la splendida Natalia Estrada, trait d'union fra il mondo sotterraneo più sfacciato e l'ambiente pop della grande intesa (o inciucio?) fra tv di stato ed emittenti commerciali. Non mancano i gadget. In primis la compilescion – scritto proprio così – che venderà discretamente in un mercato che inizia a dare i primi segnali di sofferenza.

Gli ultimi scoppiettii

Dopo uno stop di alcuni anni Sanscemo fa il suo ritorno all'inizio degli anni 2000. Il panorama è molto cambiato. Le tv nazionali, a colpi di reality e talent show, stanno per benedire una loro versione di trash, addomesticata e alla portata di qualsiasi fascia di pubblico. “Era calato anche il livello di originalità”, riconosce con onestà Zunino, sempre nell'intervista a “Lsdbangs”. Gli ultimi fuochi d'artificio stanno nelle conduzioni di Freak Antoni e nell'esibizione dei Gem Boy, che poi regaleranno una seconda tardoadolescenza a Cristina D'Avena. “Volevamo essere una voce fuori dal coro”, dice Zunino. E quando il coro proverà a cantare le stesse melodie, per altro con numerose stecche, per Sanscemo cala il sipario.