Après La Classe dal Salento a Manu Chao: il nuovo album "Santa Marilena"

La band sarà sabato a Bergamo : farà ballare il pubblico fondendo ritmi rock, reggae e ska

Gli Après La Classe

Gli Après La Classe

«Patchanka» che passione. Sabato all’Nxt Station di Bergamo è il turno dei salentini Après La Classe col loro ska geneticamente modificato. Da Aradeo con furore, dunque, anche se le tentazioni "en français" di brani come "Paris" o "Alma latina" rimangono il valore aggiunto di un suono orientato pure verso dub e rap. A parlarne è il bassista Valerio Bruno, pardon Combass, contitolare della "ditta" assieme al frontman Francesco "Cesko" Arcuti e al fisarmonicista Marco "Puccia" Perrone. A completare l’organico di scena in Piazza degli Alpini ci sono Gianmarco "Giammy" Serra alla batteria, Alessio "Alex" Ricci alla chitarra e Pasquale "Paco" Carrieri al piano.

All’Nxt Station presentate il nuovo «Santa Marilena», l’album in cui vi inventate un luogo fantastico lontano da tutto e da tutti. La vostra isola che non c’è?

"Esattamente. Il luogo ideale in cui evadere, più che vivere, in questo momento. Un posto dove tutto è impalpabile, etereo, fatto della stessa sostanza dei sogni. Pure il disco l’abbiamo registrato in modo lieve, senza troppi vincoli, un po’ come c’era accaduto quando nel 2002, all’età di 15-16 anni, incidemmo il nostro primo album".

In «Sogno otro mundo» ve la vedete con il nume tutelare della «patchanka» Manu Chao. "A volte è proprio vero che i sogni diventano realtà. Dopo decenni passati sotto ai palchi di Manu in giro per il mondo, a gioire, ascoltare, studiare, la sua musica, e dopo aver messo in piedi con lui una vera e propria amicizia, siamo riusciti a cantarci assieme. D’altronde gli Après sono nati sul solco della musica sua, dei Manonegra, de Les Negresses Vertes, dei Los Fabulosos Cadillacs. Gruppi che hanno unito sonorità diverse dando vita alla patchanka, una lavatrice capace di risciacquare rock, reggae, musica latina, per realizzare qualcosa di unico. ‘Sogno otro mundo’ è diventato pure un singolo, ma non è nato con quella intenzione".

L’ultimo progetto in studio «Circo Manicomio» era di cinque anni fa, com’è cambiato frattanto il vostro suono?

"Da 26 anni abbiamo una mission: trattare tematiche sociali col sorriso. Ecco perché certi suoni e testi un po’ cupi nati nel periodo di pandemia abbiamo preferito lasciarli nel cassetto".

Dopo l’esperienza di tre anni fa, siete tornati al Jova Beach Party in quel di Barletta.

"Ed è stata una vera festa per gli occhi e per lo spirito vedere la gente ritrovarsi senza più il timore di stare assieme".

Il 27 agosto siete sul palco della Notte della Taranta.

"Sarà un’edizione indimenticabile, perché, grazie all’opera di Dardust nei panni di maestro concertatore, penso non si sia mai raggiunto nell’evento di Melpignano un livello di emotività così alto".