Sondrio, 14 febbraio 2020 - «La fase di rallentamento congiunturale, della quale avevamo avuto prova già nel corso del 2019, è purtroppo confermata», esordisce il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva, commentando i dati dell’Osservatorio Congiunturale sul secondo semestre 2019 riguardanti Lecco e Sondrio. Nel «secondo semestre dello scorso anno i risultati sono stati sotto le aspettative. Ciò nonostante, il nostro tessuto manifatturiero si dimostra ancora sano e competitivo, in Italia e all’estero. Il mercato del lavoro appare stabile ed evidenzia anche alcuni segnali di crescita; inoltre secondo le previsioni degli indicatori di domanda, attività produttiva e fatturato per i primi sei mesi del 2020, le attese superano la diminuzione registrata a fine 2019», aggiunge.
Sulla domanda: il confronto con il semestre luglio-dicembre 2018 indica un aumento del 2,6%, il dato congiunturale invece si attesta a meno 1,9%. Le aspettative per la prima metà dell’anno si confermano positive. L'attività produttiva diminuisce congiunturalmente ed è di contro positiva (seppur di poco) a livello tendenziale. Difatti il confronto con il semestre gennaio-giugno 2019 mostra una decelerazione dell’attività del 2,6%, invece quello con i primi sei mesi del 2018 evidenzia un incremento di mezzo punto percentuale. Positive le previsioni sull’andamento dell’attività nel corso della prima metà del nuovo anno: in media le imprese si attendono un aumento pari al 5,5%. Va di pari passo il fatturato: la variazione misurata rispetto ai primi sei mesi del 2019 evidenzia una diminuzione congiunturale di quasi due punti percentuali. Dall’esame con i livelli del semestre luglio-dicembre 2018, invece, si rileva un dato tendenziale al +0,3%. Le realtà di Lecco e di Sondrio sono attive sui mercati internazionali con una quota di export pari al 38% del fatturato nel secondo semestre 2019: la principale area di destinazione delle merci oltre confine è l’Europa Occidentale in cui si realizza il 19,2% del fatturato. L'Est Europa genera il 5,1% del fatturato, gli Stati Uniti il 4,8%, l'Asia Occidentale il 2,4%, i Brics (Brasile, Russia India, Cina, Sudafrica) l’1,9% e l'America Centro-Meridionale l’1,6%. Si differenziano in base alla destinazione i giudizi sull’andamento delle vendite negli ultimi tre mesi del 2019: sul mercato interno il 48,3% delle ditte indica stabilità, a livello estero, invece, la stabilità è comunicata nel 43% dei casi, la diminuzione nel 38,6%.