Sondrio, tre giovani raccolgono le tradizioni culinarie: nascono le video ricette

Lughenia, mac e bungiu sono nomi sconosciuti ai più, ma dietro ai quali si celano le radici della cucina valtellinese.

L’idea fa riscoprire antiche pietanze

L’idea fa riscoprire antiche pietanze

Sondrio, 5 marzo 2019  - Lughenia, mac e bungiu sono nomi sconosciuti ai più, ma dietro ai quali si celano le radici della cucina valtellinese. Sono stati raccolti in video-ricette per conservare e tramandare le tradizioni culinarie meno note della zona di Sondrio. Dietro lo schermo, cuochi d’eccezione che conoscono tutti i segreti per la creazione dei piatti e li hanno conservati e tramandati di generazione in generazione, perché parte della loro cultura. Ideatori della collezione di video-ricette, espressione del progetto “Comunità che nutrono”, i membri dell’associazione di promozione sociale di Sondrio, AlpLab: Marco Alberti, Andrea Petrella e Massimo Bardea.

«Il progetto ha ricevuto il contributo di un bando di Regione Lombardia (“Avviso unico cultura”) improntato sulla valorizzazione del patrimonio culturale dei territori alpini», spiega Bardea (presidente dell’associazione). I tre valtellinesi hanno, dapprima con un meticoloso lavoro di ricerca, poi con la regia dei filmati, raccolto la testimonianza di otto autentici esperti e hanno prodotto una mappatura della cultura alimentare sondriese. «La Regione ha inserito i video (ora visibili su YouTube cercando “Comunità che nutrono”, ndr) nel suo archivio di etnografia e storia sociale – prosegue Bardea –. Abbiamo portato a termine due edizioni del progetto: la prima nel 2017, la seconda nel 2018 e auspichiamo la possibilità di proseguire, perché le ricette da mappare sono ancora molte. A spingerci a continuare c’è anche la soddisfazione espressa degli intervistati nel condividere i propri piatti tipici perché preoccupati che le loro tradizioni vengano dimenticate».

Gli intervistati hanno cucinato, per i registi e a beneficio dei posteri: il mac di Berbenno, purea di patate, verdure di stagione e formaggio, simile ai taroz; il bungiu di Mello, pane dolce con frutta secca; i cornàt di Sondalo, piccole focacce dolci; la fughiascia di Gordona, focaccia senza lievito cotta sulla pietra; i fughiascin di Gordona, piccoli pezzi di focaccia lievitata e fritta; il furmagin da cion di Poschiavo, pasticcio di carne di maiale speziata; gli gnocchi al cugià malenchi, irregolari e caserecci; la lughenia di Livigno, salame di carne suina e rape; il melonz di Chiavenna, una zuppa dolce con farina di mais e la cupèta tipica di tutta la provincia, barretta con miele, noci e pane secco. Raccolte le testimonianze video è venuto il momento della loro promozione sui social e dell’organizzazione di due workshop con esperti di pubblicità, marketing e design: «Il nostro intento è esclusivamente culturale, ma abbiamo pensato che menti giovani e creative potessero vederci un possibile business. Tante e simpatiche le idee proposte per, ad esempio, un packaging innovativo ed una comunicazione accattivante, che riporterebbero in auge questi antichi sapori».