FULVIO D’ERI
Cronaca

Lotta ai tumori, terapia innovativa a Sondrio

Dalla prossima settimana all’interno di Medicina nucleare i pazienti potranno sottoporsi a cicli di radioterapia stereotassica

A evidenziare l’importanza dell’acquisizione il dottor Claudio Barbonetti, terzo da destra

Sondrio 10 ottobre 2020 - All’ospedale di Sondrio c’è ora una terapia innovativa per la cura dei tumori. Dalla prossima settimana, nel reparto di Medicina nucleare e Radioterapia oncologica dell’ospedale di Sondrio, i pazienti si potranno sottoporre alla radioterapia stereotassica, una tipologia di cura radiante particolarmente efficace, per la quale fino ad oggi erano obbligati a spostarsi nei più importanti centri ospedalieri del Milanese.

A seguito dell’aggiornamento e dell’implementazione dell’acceleratore lineare, infatti, è ora disponibile anche in provincia di Sondrio una tecnica innovativa, non invasiva, che permette di erogare con grande precisione una cospicua dose di radiazioni su un tumore, provocandone la morte dal punto di vista cellulare, risparmiando maggiormente il tessuto sano. La stereotassi richiede il perfetto allineamento del paziente e della zona da irradiare consentita da sofisticati sistemi di controllo degli eventuali movimenti del paziente, primo fra tutti quello, minimo, legato al respiro. L’acceleratore è stato implementato con il “gating”, il sistema di controllo dei movimenti respiratori, che consente di erogare la dose di terapia al verificarsi delle condizioni ideali di posizionamento.

A evidenziare l’importanza di questa acquisizione per l’intera Asst e per il sistema sanitario provinciale è il dottor Claudio Barbonetti, dall’inizio di ottobre direttore della Medicina nucleare e Radioterapia oncologica. "Oltre al risparmio di tempo e alla riduzione dei disagi per i pazienti - spiega - il miglioramento ulteriore si ha soprattutto nelle prospettive terapeutiche, in quanto fino ad oggi per effettuare una radioterapia di questo tipo era necessario spostarsi presso i centri di riferimento oncologico del Milanese, non disponendo di tale tecnica neppure l’ospedale di Lecco. Con questa implementazione ci allineiamo alla migliore offerta oggi presente fornendo un servizio di elevata qualità alla popolazione". Il reparto ha attualmente in cura circa 50 pazienti, 500 quelli che accoglie ogni anno, che potrebbero aumentare, in quanto circa 60-70 si dovevano rivolgere ai maggiori centri ospedalieri della Lombardia. L’installazione della nuova strumentazione a corredo dell’acceleratore lineare ha comportato anche la ristrutturazione del bunker, il locale che ospita l’apparecchiatura, per adeguarlo, in termini di spazi e allestimenti, alle mutate necessità. L’intervento complessivo ha comportato una spesa totale di poco superiore ai 350 mila euro, coperta grazie alla generosa donazione di Sandra Colombo, comasca di origine ma residente ad Aprica, scomparsa nel 2018, che aveva espresso la volontà di sostenere il reparto.