Grosio calcio, sportivi dilettanti a casa con tanti dubbi

Il presidente Piermartino Pini: "Decisione affrettata che penalizza società e ragazzi"

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La decisione di sospendere le attività sportive delle categorie dilettantistiche degli sport di contatto in Lombardia ha trovato un forte dissenso, in quanto a modalità e tempistiche, in molte società valtellinesi. La decisione di dare una stretta anche alle attività degli sport di contatto, assunta nella serata di venerdì dalla Regione Lombardia dopo l’impennata di contatti dei giorni scorsi, impone quindi lo stop alle squadre di calcio, basket e volley che non potranno nemmeno allenarsi. Tutti capiscono che la salute viene prima di tutto, ma in molti bollano come perlomeno affrettata la decisione di sospendere tutta l’attività sportiva dilettantistica dopo gli sforzi effettuati nei mesi scorsi dalle società per rispettare le regole e un protocollo nazionale firmato con le rispettive federazioni. Niente sport dilettantistico all’aperto ma palestre aperte ? Tante le incongruenze. "La saluta, in primis, ci mancherebbe – dice il presidente del Grosio Piermartino Pini – ma credo che questa sia stata una decisione affrettata che penalizza noi società e anche i ragazzi e i bambini delle giovanili che, al campo e sotto "stretta" sorveglianza e nel rispetto delle regole, trovavano gioia. E le famiglie erano contente di sapere che i figli stessero giocando in ambienti protetti…".

Le società per partire con l’attività hanno anche effettuato delle spese. "Certamente, ci siamo dotati di termoscanner per misurare la temperatura corporea a tutti i giocatori, sia prima degli allenamenti sia prima delle partite. Abbiamo dovuto poi sostenere costi per la sanificazione e per mettere i dispenser con gli igienizzanti. E poi vogliamo parlare dei costi di iscrizione, delle rette già pagate dai genitori delle giovanili? Fatico a capire questa decisione a livello regionale. Mi spiace per tutti i bambini e i ragazzi, ma mi sa tanto che la stagione è compromessa o, addirittura, già finita". Le squadre di basket e di volley si stavano allenando per poter incominciare la stagione… "Che dire – dice sconsolato Christian Ronconi, coach della Pezzini Morbegno Basket ormai prossima ad iniziare la sua avventura in serie C Silver -, dobbiamo rispettare le decisioni prese dall’alto ma resta il fatto che c’è tanta delusione perché tutto quello che avevamo costruito in questo periodo è da buttare o quasi. Dispiace per la prima squadra ma anche per i ragazzi delle giovanili, noi abbiamo firmato un protocollo dettato dalla Fip e lo abbiamo sempre osservato, spendendo anche soldi per poterci adeguare alle misure giustamente richieste per contrastare la diffusione del Covid 19. A poche settimane dal via, avevamo già comprato divise e tutto il corredo. Questi sono dei costi che richiedono grandi sforzi per le società".

Anche il presidente provinciale della Fipav Bruno Savaris è scettico su questa decisione, soprattutto sui tempi: "A mio modo di vedere quella presa venerdì sera è stata una decisione affrettata – dice -, le società si erano adeguate alle norme inserite nel protocollo firmato a livello nazionale recependo tutte le norme anti Covid 19. Dalla comunicazione ricevuta nella tarda mattinata odierna dal comitato regionale della Fipav (ieri mattina per chi legge, ndr) sono sospesi gli allenamenti e le partite dei campionati sotto la serie C (tornei che dovrebbero partire però il 7-8 novembre) e di tutti quelli del settori giovanile". Gran lavoro ieri per le federazioni, soprattutto per i delegati della Figc, che hanno dovuto comunicare in fretta e furia a tutte le società la decisione dello stop dell’attività fino a nuova comunicazione.

Fulvio D’Eri