Sparatoria al centro migranti Chieste dal pm tre condanne

Furono esplosi 5 colpi di pistola contro le finestre della palazzina in cui dormivano sei stranieri testimoni di cessioni di droga

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Tre condanne a due anni e otto mesi. Sono le richieste formulate ieri in aula dal pm Marzia Aliatis nei confronti di Adriano Raccagni, 52 anni, Alan Danesi, 29 e Rolando Bonassi, 51, amici accusati della sparatoria al centro Sprar di Collebeato, la comunità che accoglie i richiedenti asilo. I tre sono a processo in abbreviato. Era la notte tra il 30 e il 31 maggio 2021. Alle 3,30 furono esplosi cinque colpi di pistola contro le finestre della palazzina in cui dormivano sei stranieri. Due fratelli iraniani, un siriano, due somali e un gambiano. Non si registrarono feriti. L’indagine imboccò la pista della ritorsione per questioni razziali. Ma poi la procura individuò quali presunti autori del blitz 5 bresciani vicini al mondo ultras (coimputati, Daniel Ferraboli, 25 anni, e Pietro Salucci, 33, che affrontano il dibattimento). Per l’accusa il gruppo organizzò l’agguato non per ragioni xenofobe ma per una questione di droga. Stando alla ricostruzione i fratelli iracheni di casa allo Spar avevano assistito a cessioni di dosi. Indispettiti, avrebbero allontanato pusher e acquirenti. Raccagni in base alla tesi accusatoria avrebbe procurato la pistola - mai trovata - Bonassi avrebbe esploso i colpi e Danesi avrebbe dato un passaggio agli amici per la vendetta. Le difese, con gli avvocati Stefano Forzani, Paolo Botticini ed Elena Giacomelli, hanno chiesto l’assoluzione per mancanza di prove. Si continua il 27 settembre, con repliche e sentenza. B.Ras.