"Sì, presi delle mazzette. Ma non feci favori all’imprenditore"

Ha ammesso di avere preso mazzette. Ma non per avere aggiustato una pratica tributaria importante. Piuttosto per aver lasciato intendere a Giovanni Fervorari, imprenditore inguaiato dal Fisco (suicida in cella) che l’avrebbe fatto. Parola ieri in aula al funzionario delle Entrate Alessandro De Domenico, imputato nel filone corruttivo della maxi-inchiesta Leonessa con l’ex direttore di sede Generoso Biondi e due finanzieri. Per l’accusa Biondi, De Domenico e il luogotenente Francesco Liguoro (uscito dal procedimento patteggiando) nella primavera 2018 si sarebbero spartiti una mazzetta di oltre 50mila euro del titolare della Fervorari rottami per sanare un contenzioso con l’Erario di 21 milioni. L’accordo, per la Procura firmato da Biondi, prevedeva che l’imprenditore avrebbe pagato solo un milione e 424mila euro, il 5,24% delle fatture false contestate (27 milioni). De Domenico ha smentito che il direttore fosse al corrente di qualunque accordo. "Mai chiesto favori a Biondi per quella pratica – ha detto il funzionario, che sarebbe stato contattato dal finanziere amico dell’imprenditore per aiutarlo –. Non ho sistemato nulla, ho lasciato credere a Fervorari che sarei intervenuto per fargli pagare una sanzione al 5% anziché all’8. Alla fine pagò il dovuto, perché la legge era cambiata". De Domenico incassò una busta con 7.300 euro e un’altra con 15mila. "Spesi tutto per vacanze e figli. Ho sbagliato". B.Ras.