Sequestri in dogana, anno boom

Tutti i dati dell’Amministrazione federale svizzera: i prodotti di lusso hanno fatto registrare più 50%

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Nonostante il lockdown, le limitazioni agli spostamenti e la chiusura dei valichi minori sono aumentati i sequestri al confine, soprattutto di droga e merci contraffatte che sempre più spesso vengono contrabbandate utilizzando l’escamotage delll’e-commerce. E’ stato un anno straordinario il 2020 fotografato dalle statistiche dell’Amministrazione federale delle dogane svizzere, il primo in cui per contrastare la pandemia si è tornati a imporre restrizioni agli ingressi e a svolgere controlli sistematici dopo Schengen.

L’effetto dei controlli si è tradotto nell’aumento dei sequestri di prodotti di lusso contraffatti, ben 4.433 tra orologi, gioielli, occhiali e borse, il 50% in più di quelli intercettati nel 2019 anche grazie all’intensificazione delle attività di controllo del traffico postale. La pandemia non ha fermato il traffico di stupefacenti, nel corso del 2020 sono stati sequestrati 55 chili di eroina e 162 chili di cocaina rispettivamente il 150% e il 30% in più di quella intercettata lo scorso anno. Molti sequestri sono capitati alla frontiera sud con l’Italia, in particolare alla dogana autostradale di Brogeda porta d’ingresso tra la Lombardia e il Canton Ticino, ma i traffico di stupefacenti non lascia immuni neppure gli altri confini se si considera che il quantitativo più ingente, 30 chili di cocaina, sono stati sequestrati nel corso dell’ispezione a un autocarro a Thayngen, nel Canton Sciaffusa, al confine con la Germania. Sono calati invece i sequestri di documenti contraffatti, scesi da 292 a 142 e quelli di medicine e sostanze dopanti passati da 9012 a 7486 nel corso del 2020. Il calo dell’import si è tradotto in una diminuzione delle entrate, in particolare il calo dei proventi dell’imposta del valore aggiunto, passate da 23 a 21,8 miliardi di franchi. Uno degli effetti collaterali del traffico transfrontaliero che nel corso del lockdown è sceso anche dell’80%, circoscritto praticamente ai soli frontalieri italiani che per le loro mansioni non potevano usufruire del telelavoro. Il 2021 sembra iniziato un po’ meglio, ma la pandemia ha trasformato e in maniera definitiva il modo di lavorare anche per chi controlla la frontiera. L’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini ha istituito un servizio di telepedaggio con i Paesi Ue per ridurre i contatti fisici e la durata dei passaggi di confine. A controllare le merci ci sarà un plotone di nuovi funzionari, reclutati l’autunno scorso e ora in corso di formazione, che saranno chiamati a verificare la regolarità del passaggio di merci, persone e mezzi di trasporto.

Roberto Canali