Poggiridenti, il fratello di Patrizia: "Non è stata una rapina, ma un agguato"

Parla Simone, uno dei fratelli della donna uccisa con il marito in Giamaica: il movente forse legato all’acquisto di un terreno

Patrizia Besio

Patrizia Besio

Poggiridenti (Sondrio), 4 dicembre 2019 - «La tesi della rapina finita nel sangue, ossia nel duplice omicidio, non regge. La storia della rapina mi sembra, a dire il vero, campata per aria».A parlare è Simone Besio, uno dei fratelli di Patrizia, la 46enne di Poggiridenti uccisa venerdì scorso con il marito Obsourne Richards, 49 anni, nella loro casa in Giamaica. Nella località turistica teatro del feroce duplice delitto, Negril, non si parla d’altro in questi giorni, anche perchè il gravissimo fatto di sangue ha fatto ripiombare nella paura la località nella quale sono state numerosissime, negli ultimi anni, le uccisioni di persone e i residenti temono ora una pesante mazzata sull’industria del turismo.

«Non crediamo si sia trattato di una rapina finita male - spiega Simone - mentre il movente potrebbe essere legato all’attività imprenditoriale di Obsourne che operava nel campo del commercio oppure all’acquisto di un terreno effettuato insieme da mia sorella e dal consorte e sul quale hanno costruito la loro villa, una circostanza che potrebbe avere dato fastidio a qualcuno. Ma la mia è un’ipotesi, avvalorata anche dal fatto che dall’abitazione sono stati sottratti soltanto un frigorifero, un televisore e alcuni apparati elettronici. Sembra una messinscena, l’alloggio messo a soqquadro, per deviare le indagini». C’è un’altra circostanza a insospettire il familiare della valtellinese ammazzata pochi giorni fa nello Stato caraibico. «Questo atto gravissimo - dice infatti il fratello - è avvenuto a soltanto un mese di distanza dal ritorno a Negril di Patrizia. Lei, che di professione era manager di albergo, collaborava da circa 7 anni con Oreste Nascimbeni a Torre del Benaco, sul lago di Garda. Là vi è rimasta da maggio a fine settembre. Poi è tornata a Poggiridenti, dove si è trattenuta con noi per circa due settimane. Era tranquilla, serena, come sempre, anche quando la sentivamo soltanto al telefono a causa della lontananza.Infine, il 21 ottobre, è rientrata a Negril».

Le indagini intanto, secondo quanto risulta alla famiglia della vittima, proseguono senza sosta e sono condotte dalla squadra di detective coordinata dall’ispettore Radcliff Solan della divisione investigativa di Falmouth. «L’autopsia - spiega sempre Simone Besio - deve ancora essere effettuata e le pratiche per il rimpatrio della salma si amnnunciano piuttosto lunghe anche per la burocrazia. Noi familiari, contrariamente a quanto affermato da qualche parte, non siamo mai partiti per la Giamaica e ci troviamo ancora in Valtellina. Aspettiamo, prima di partire, di capire quando la nostra presenza laggiù possa essere realmente utile. E, in questi giorni, stiamo inoltre valutando la possibilità di rivolgerci a un avvocato di fiducia affinchè ci assista non solo per le pratiche necessarie a riportare in Italia il corpo senza vita di Patrizia, ma anche per seguire da vicino gli sviluppi delle indagini». È presto, dunque, per papà Plinio, dentista in pensione, che aveva studio nel capoluogo della Valtellina, per mamma Giulia Bonola e anche per l’altro fratello, Alfredo, per potere salutare per l’ultima volta la cara Patrizia organizzando il suo funerale. Ma chi era Patrizia in vita ? «Una persona solare - la ricorda Simone - splendida, anche sotto il profilo umano. Da 15 anni viveva in pianta stabile in Giamaica, dove si era sposata neppure due anni fa, lei che sin da quando aveva 17 anni aveva iniziato a girare il mondo, diventando in breve tempo un’apprezzata manager d’albergo».