Sondrio: in rivolta contro le regole che mettono a rischio la pesca in montagna

La protesta dei pescatori della Valtellina e della Valchiavenna

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Sondrio - I pescatori della Valtellina e della Valchiavenna sono in rivolta contro il provvedimento che enterà in vigore entro la fine dell’anno e prevede il divieto di introdurre, nel ripopolamento di laghi e fiumi, le cosiddette specie alloctone, ovvero tutti i pesci che non sono nostrani. Nel caso dei fiumi e dei torrenti della provincia di Sondrio il divieto scatterà per la trota fario e la trota iridea, praticamente l’80% dei pesci che vengono pescati ogni anno proprio perché reintrodotti dai pescatori grazie all’aiuto degli incubatoi.

Non è un problema solo della provincia di Sondrio, anche in Trentino la trota marmorata, che è la specie autoctona, è stata via via soppiantata, anche per via delle ibridazioni, dalla trota fario che ora è la specie più numerosa. L’introduzione di questo tipo di pesce risalirebbe addirittura alla fine del ‘400 e l’inizio del ‘500. Il responsabile sarebbe l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo, per arricchire l’alimentazione delle popolazioni delle valli dominate dagli austriaci, con il risultato che in breve la trota fario si è diffusa in tutto l’arco alpino.

Renato Manenti, il nuovo presidente dell’Unione Pesca Sportiva, è pronto a dare battaglia per scongiurare l’ipotesi della messa al bando di questa trota che rischia di far scomparire la pesca in montagna. Per questo i pescatori di UPS Sondrio hanno deciso di raggiungere Milano, sabato prossimo, per manifestare di fronte all’assessorato regionale all’Agricoltura. Un pullman nella mattina partirà dall’Alta valle e a tappe raccoglierà i pescatori per poi portarli fino a Milano. "Protestiamo contro una proposta di legge assurda – conclude Manenti – bocciata anche alla Conferenza delle Regioni il 29 ottobre a Mazara del Vallo".