Morto dopo la valanga, tantissimi amici ai funerali di Paride Cariboni

Sul fronte indagini, dopo la valanga di Madesimo, sono state sentite dieci persone LE FOTO DEI FUNERALI di ALESSIA BERGAMINI

I funerali sono stati celebrati a Colico, paese di origine della famiglia (Foto Sandonini)

I funerali sono stati celebrati a Colico, paese di origine della famiglia (Foto Sandonini)

Madesimo, 17 febbraio 2016 - Per i familiari e gli amici di Paride Cariboni ieri è stato il giorno del doloroso addio al giovane morto sabato scorso, a soli 34 anni, dopo essere stato travolto da una valanga nel canalone Groppera a Madesimo. Per gli inquirenti, invece, è stato un altro giorno di lavoro con l’obiettivo di ricostruire ogni istante della tragedia e stabilire se si sia trattato di un drammatico e inevitabile incidente o se, all’origine della slavina, ci sia la responsabilità di qualcuno.

I funerali di Paride, l’ultimo rampollo della dinastia dei Cariboni che ha fatto la storia di Colico e non solo, sono stati celebrati proprio nel paese d’origine della famiglia, dove il giovane era tornato a vivere e a lavorare da qualche tempo, dopo un periodo trascorso a Gravedona. Centinaia di persone si sono radunate nella chiesa parrocchiale dove la bara di Cariboni è giunta direttamente dall’ospedale di Bergamo. Insieme ai familiari, c’erano tanti amici, provenienti dall’Alto Lago, dalla Valtellina e dalla Valchiavenna.

Presenti anche decine di imprenditori lombardi e amici dello sci club. Il parroco di Colico ha ricordato la figura dal 34enne, morto tragicamente in montagna, rapito per sempre da quell’ambiente che amava. Paride, infatti, nutriva una grande passione per la montagna, specialmente lo snowboard, oltre che per i viaggi e il kite-surf. In suo ricordo tante amiche hanno portato un tulipano bianco, mentre all’uscita dalla chiesa parenti e amici in lacrime si sono stretti in un abbraccio carico di dolore e affetto.

Paride Cariboni, travolto dalla valanga a Madesimo

Sul fronte delle indagini, invece, il lavoro continua: dopo i rilievi effettuati nei momenti immediatamente successivi al distacco della valanga dagli agenti di Polizia in servizio sulle piste, ora è giunto il momento di raccogliere testimonianze. Una decina sono le persone già ascoltate: primi fra tutti Elda Cariboni, sorella di Paride, che sabato mattina stava sciando con lui, e l’amico che li accompagnava nella giornata sulla neve, ma anche altri sportivi che si trovavano nel canalone e che potrebbero aver notato qualche elemento importante per stabilire se a causare la valanga sia stato il passaggio di uno sciatore o se si sia trattato di una inevitabile fatalità.

Al vaglio anche la posizione della società che gestisce la Ski Area e le condizioni del Canalone, che non è una pista battuta ma un itinerario sciistico. Anche se all’imbocco del tracciato un avviso rammenta agli sciatori che chi decide di affrontare la discesa lo fa assumendosene ogni responsabilità, gli esperti dovranno valutare se le condizioni della neve erano tali da consentire l’apertura del tracciato stesso.