Incidente sul pizzo San Matteo, alpinista tradita dalla neve

Il manto si è sciolto e ha causato la caduta di Elisa Nalesso

soccorsi

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Sondrio, 17 giugno 2019 - È Elisa Nalesso, 54enne di Mirano in provincia di Venezia, l’alpinista che ha perso la vita sabato pomeriggio in un tragico incidente in montagna in Alta Valfurva, sulla parete nord del San Matteo. La donna è morta dopo essere stata investita da un distacco di neve, mentre con i suoi due compagni di cordata stava cercando di raggiungere la cima. Feriti, ma non in pericolo di vita, i due uomini che erano con lei: un istruttore Cai di 58 anni e un allievo di 57, tutti appartenenti al Cai di Mirano. I tre, dopo aver pernottato al rifugio Forni, sabato mattina prima dell’alba, attorno alle 4, si sono incamminati assieme ad altri quattro alpinisti, anche loro provenienti da Mirano. La giornata di sabato, molto calda, era di quelle che ben si prestano a un’ascensione, a patto di prestare molta prudenza, soprattutto nella parte centrale.

Il gruppo dei quattro si è mosso più velocemente e ha guadagnato circa un’ora e mezza rispetto agli altri tre, che invece verso mezzogiorno si sono trovati ad affrontare una parete esposta ai distacchi. Ed è stata proprio la neve ad aver fatto perdere l’appiglio alla donna che, precipitando, si è portata dietro i compagni di scalata. Un volo terribile: 150 metri a ruzzoloni sul ghiacciaio. Non si sa se la donna sia morta sul colpo o solo qualche ora dopo, anche perché i soccorritori sono riusciti ad arrivare sul posto solo diverse ore più tardi.

È invece appurato che l’istruttore ha fatto ogni tentativo possibile per recuperare i due che erano con lui. Non riuscendoci, li ha messi in sicurezza e poi con le ciaspole ha raggiunto il rifugio Forni per dare l’allarme. Nonostante avesse riportato un trauma cranico nella caduta, il 58enne è riuscito ad arrivare dove il telefono cellulare prendeva e ad allertare i soccorsi. A quel punto erano passate quasi tre ore dall’infortunio, quando è giunto l’elicottero del 118, decollato dalla base di Caiolo. Con gli uomini del soccorso alpino anche la guardia di finanza a cui ora tocca il compito di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. L’intervento si è chiuso verso le 19, quando il 57enne che era rimasto incrodato in parete è stato trasferito in ospedale e il magistrato di turno alla Procura di Sondrio, la dottoressa Elvira Antonelli, ha autorizzato la rimozione del cadavere. La Procura ha disposto il sequestro di tutta l’attrezzatura.